Dichiarazioni al veleno sullo stato della Juve e su altri club del nostro campionato, sulla strada del fallimento
Che il calcio italiano non scoppi di salute è noto ed è probabilmente un eufemismo. Il nostro sistema è in difficoltà evidenti da diversi anni e sicuramente la pandemia non ha fatto altro che complicare la situazione per diverse società, anche di alto profilo.
Gli effetti del Covid si sono fatti sentire sulle casse dei club, mettendo a durissima prova la sostenibilità dell’intero sistema. Ma le difficoltà partono da lontano e arriva l’atto di accusa da parte di un dirigente del nostro calcio, a mettere nel mirino le principali big del campionato, che, a suo parere, dovrebbero di fatto essere già fuori causa.
Tare all’attacco di Juve e le altre big: “Il sistema le tiene in vita perché ne ha bisogno”
Dichiarazioni pesanti in merito, quelle di Igli Tare. Il ds della Lazio, nel corso di una lezione tenuta all’Università LUISS di Roma su diritto sportivo e temi finanziari nell’ambito di un corso tenuto dall’ex giocatore biancoceleste Gugliemo Stendardo, non ha usato mezzi termini per definire la situazione attuale. “Il calcio ha preso la strada sbagliata – ha spiegato – Ci sono società come Juventus, Milan, Inter e Roma che sono tecnicamente fallite, ma il sistema le tiene in vita perché ha bisogno di loro. Stiamo guidando una Ferrari che prima o poi si schianterà. Per generare più introiti, generiamo più problemi e i calciatori sono sempre più simili a dei robot. Sono rimaste solo quattro società in Italia a gestione familiare, tra cui la Lazio. La vecchia scuola per me è la migliore, i fondi di investimento gestiscono i club in maniera asettica e commerciale e si perde la genuinità del calcio, si lavora soltanto con gli algoritmi perdendo di vista la storia e la passione”. Non manca una stoccata alla Roma e a Mourinho: “Stiamo inventando sempre più competizioni che non hanno appeal e non servono a nulla. L’Europa League, la Nations League, sono tornei inutili, la Conference League io la chiamo la coppa dei perdenti”.