Totem col futuro in bilico: il destino di Gavi

Da Xavi a Gavi: ecco chi è la nuova stella attorno a cui costruire la nuova era del Barça

Da Xavi a Gavi alla fine cambia una lettera, la prima consonante del cognome. E se Xavi è Xavier Hernández i Creus, tecnico del Barcellona, Gavi è Pablo Martín Páez Gavira, il giovane diciottenne in maglia azulgrana, la nuova stella fatta in casa, che al suo attuale allenatore, dicono, somiglia anche molto nel modo di stare in campo. La scoperta, in realtà, va ascritta ad un altro tecnico, il predecessore di quello attuale, Ronald Koeman, che il ragazzino lo ha voluto far contrattualizzare a 16 anni e presto lo ha buttato nella mischia. Fresco diciassettenne, il 29 agosto 2021, Gavi è subentrato contro il Getafe sostituendo Sergi Roberto e nemmeno un mese dopo ha fatto il bis in Champions sostituendo Sergio Busquets nella sconfitta per 3-0 in casa contro il Bayern.

Totem col futuro in bilico: il destino di Gavi
Gavi © LaPresse

Si dice che quelli per i quali il destino ha scelto una strada, quella strada la calchino lasciando il segno da subito o quasi. Bene, Gavi ha fatto questo con la maglia della Spagna debuttando proprio contro l’Italia nella semifinale di Nations League 2021: il 6 ottobre alla Scala del calcio italiano, il Meazza di Milano, con la maglia numero 9 a recitare lo spartito da mezzala destra nel 4-3-3 di Luis Enrique, dirimpetto a Verratti, c’era il ragazzino che a 17 anni e 62 giorni ha polverizzato un record in voga da 85 anni, e che dal 1936 apparteneva ad Angel Zubieta: quello del più giovane esordiente con la maglia della Spagna. Non solo, con la prima rete segnata in nazionale, sempre in Nations League, il 5 giugno 2022 contro la Repubblica Ceca, è diventato anche il più giovane marcatore della storia delle Furie Rosse (17 anni e 304 giorni) battendo per una settimana Ansu Fati.

Gavi e il pallone sono stati in simbiosi da tenerissima età. E’ nato a Los Palacios y Villafranca, Siviglia, nel cuore dell’Andalusia: la città di Fabian Ruiz. Nell’album di famiglia c’è lui che in tenerissima età finisce in uno stagno fangoso in occasione di una cerimonia in una fattoria non lontano da casa, per andare a recuperare un pallone, oggetto da cui si sentiva calamitato. I primi calci veri li tira a La Liara dove arriva a sette anni. Il talento si intravede subito, fatto sta che due anni dopo ci sono Real e Atletico Madrid che ronzano intorno al talentino e alla famiglia. Il Betis decide di affondare il colpo e lo porta a casa, quasi sentendo che il destino di Gavi sarà altrove.

Gavi scrive già la storia con il Barcellona: ma quale futuro per lui?

Totem col futuro in bilico: il destino di Gavi
Gavi © LaPresse

Altre due stagioni e si presenta il Barcellona, con il quale inizia il percorso che dalle giovanili lo porterà alla squadra B fino, poi, all’esordio. Oggi nel Barcellona Gavi è un punto fermo, dopo aver messo alle spalle una stagione con 34 presenze, per Xavi il posto da mezzala destra che ha Busquets vertice basso e Pedri a sinistra, è il suo. Allo stesso modo in nazionale, lì c’è Koke che rappresenta una istituzione, ma il ragazzo si ricava il suo spazio non da pura e semplice alternativa ma anche strappando presenze da titolare. Finora è arrivato a 12 gettoni.

Parliamo di una mezzala agile, che sa puntare l’area avversaria, dettare il passaggio, cambiare la scelta della giocata anche all’ultimo secondo e questo è segno di grande vivacità calcistica. Luis Enrique ha detto di lui che “sembra vederlo giocare nel cortile di casa per quanto fa le cose con semplicità. E tanta personalità e qualità insieme è difficile trovarle». A proposito del grande equilibrio e della maturità mostrate fuori dal campo, a margine della storia di una grande stella che brilla nel calcio spagnolo ormai da più di un anno, Gavi è dovuto passare anche certa deriva becera social che affiancò a Piqué, nella vicenda del tradimento a Shakira, la mamma della mezzala del Barça: una bufala, smentita in modo inequivocabile in tutte le sedi.

Il futuro di Gavi? Verrebbe da dire al Barcellona e basta. Ma va anche detto che questo non è più il Barça di qualche anno fa, magari tornerà ad esserlo per solidità e forza economica. Questo solo per dire che certamente un talento di casa appartiene troppo al dna e alla storia del club per privarsene. L’idea è che attorno a Gavi nasca una nuova era e che lui ne sia il perno: lo confermano il rinnovo appena firmato fino al 2026 e la clausola da un miliardo. Poi bisogna sempre chiedersi cosa può accadere se uno dei colossi della Grande Europa del calcio dovesse presentarsi con 100 milioni. Ma fino a prova contraria Gavi e il Barcellona sono una cosa sola.

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