Di Maria e la Juventus, la scintilla non è ancora scattata: un amore sbagliato?

L’esperienza alla Juventus di Angel Di Maria, fin qui, si sta rivelando assolutamente disastrosa: analisi di un matrimonio complicato

Dire che le attese per lo sbarco in Serie A di Angel Di Maria sarebbero state molto diverse è persino riduttivo. In questo avvio di stagione, il rendimento dell’argentino è uno dei flop più eclatanti del campionato e naturalmente la Juventus, già in difficoltà di suo, ne sta risentendo, e non poco.

Di Maria e la Juventus, la scintilla non è ancora scattata: un amore sbagliato?
Angel Di Maria © LaPresse

Si pensava che un fuoriclasse come l’argentino, anche se a 34 anni, potesse fare la differenza per la squadra di Allegri e aiutarla nel progetto di risalita ai vertici in Italia e di maggiore competitività in Europa. Invece, le cose stanno andando come peggio non potrebbero. E le critiche sul ‘Fideo’ impazzano come non mai, specie dopo l’episodio di domenica contro il Monza, l’espulsione rimediata per la gomitata di reazione a Izzo, che, tanto per la cronaca, toglierà l’argentino dalle rotazioni di Allegri per altre due giornate, ossia per i match contro Bologna e Milan.

Di Maria tra impiego a singhiozzo e testa al Mondiale: non è questo ciò che può dare alla Juventus

Di Maria e la Juventus, la scintilla non è ancora scattata: un amore sbagliato?
Angel Di Maria © LaPresse

Il tutto si inserisce in un trend che è stato a dir poco frastagliato. Un esordio ufficiale più che convincente, con il Sassuolo, subito con gol e assist, che avevano fatto sognare tutti sul suo possibile impatto sul pianeta bianconero. Poi, dopo 66 minuti, il primo stop per infortunio. Due settimane fuori, 36 minuti con lo Spezia e 45 minuti con la Fiorentina, quindi altra fermata per un altro problema fisico. Nuovo stop di dieci giorni e ritorno con polemiche: 32 minuti con il Benfica, con l’ormai famoso gesto del fine gara a chiedere a Milik i motivi del cambio da parte di Allegri, e i 40 a Monza prima del cartellino rosso.

Un bilancio fin qui deficitario a dir poco, con le premesse che, a ripensarci adesso, non erano state delle migliori. Settimane prima di dire sì alla Juventus con una richiesta di un contratto annuale, a cifre tra l’altro niente affatto modiche, con evidente obiettivo focalizzato sul Mondiale in Qatar, prima di tornare, a fine stagione, in Argentina. Al punto che già in molti hanno avanzato dubbi sia sul fatto che Di Maria da qui a metà novembre potrebbe ‘gestirsi’ molto, sia sul fatto che, una volta tornato dal Mondiale, potrebbe avere motivazioni molto relative.

Un matrimonio che per il momento, in sostanza, non sembra funzionare per niente tra lui e la Vecchia Signora. Eppure, quei 66 minuti con il Sassuolo, a Ferragosto, ad illuminare una notte d’estate, avevano mostrato un giocatore di classe cristallina, spalla ideale per innescare Vlahovic e leader tecnico e carismatico in mezzo al campo. Un giocatore che può ancora essere molto utile ad Allegri e ai bianconeri, per dare qualità e giocate alla manovra offensiva, a patto di non lasciarlo da solo a predicare nel deserto.

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