Italia, Mancini e il futuro: l’annuncio del ct in conferenza

Il ct della Nazionale italiana Roberto Mancini è tornato a parlare alla vigilia del match con la Turchia, a quattro giorni dalla disfatta con la Macedonia del Nord

A quattro giorni dal dramma sportivo azzurro contro la Macedonia del Nord, il ct della Nazionale italiana Roberto Mancini torna a parlare. L’allenatore jesino prende la parola in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro la Turchia, in programma domani sera alle 20.45 a Konya. Una finalina mesta e amara tra le due eliminate dai playoff per accedere ai Mondiali.

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Roberto Mancini © LaPresse

In questi giorni si è parlato molto del futuro di Mancini, in primis delle eventuali dimissioni e dei possibili sostituti. Alle 12.15 il ct prende la parola in conferenza stampa per parlare della partita, ma soprattutto del clima attorno agli Azzurri e del suo futuro.

Che cosa hai deciso?
Abbiamo parlato in questi giorni col presidente, siamo allineati su tutto. Mi fa piacere, ne riparleremo nei prossimi giorni dopo questa partita. Ora pensiamo alla Turchia, con calma, vedremo le cose da migliorare per il futuro. Tutto qui.

Perché sono andati via Insigne, Immobile e Jorginho?
Io li ho obbligati ad andare via, alcuni avevano problemi fisici. Se possiamo fare qualcosa per i club lo facciamo ugualmente, sarebbero andati in tribuna, alcuni avevano problemi fisici e non avrebbero giocato. Lo abbiamo già fatto in passato con le due partite di mandare a casa qualcuno. Non sarebbero voluti andare e li ho obbligati. Il Chelsea ci ha mandato Jorginho tre giorni prima non facendogli giocare la FA Cup e ci sembrava giusto rimandarlo. Alcuni avevano problemi fisici, come con Florenzi e Politano, era inutile portarli e li abbiamo mandati a casa.

Che valore ha la partita con la Turchia? È l’inizio di un nuovo ciclo?
Bisogna ripartire, iniziare a pensare a situazioni diverse ma abbiamo anche partite importanti e vedremo più avanti.

C’è qualcosa che hai sentito in questi giorni a Coverciano che ti ha convinto a restare?
Mi ha fatto piacere che il lavoro fatto in questi quattro anni sia stato apprezzato. Non è stato solo un Europeo vinto meritatamente e giocato meravigliosamente, ma una serie di tre anni senza sconfitte. Non è stato casuale e va dato merito ai ragazzi. Abbiamo dei ragazzi speciali, hanno creato un gruppo eccezionale, ci siamo sempre trovati bene insieme, anche con chi è intorno alla Nazionale a Coverciano e in Federazione. Si era creato un gruppo perfetto.

Immobile e Insigne avevano problemi fisici?
Lorenzo aveva un problema che aveva già a Napoli, Immobile sarebbe andato in tribuna. Verratti aveva una contrattura, Mancini aveva problemi. Insigne anche al 50% sarebbe andato in tribuna, mi sembrava giusto provare anche altri giocatori.

Secondo te perché la Nazionale si è smarrita lentamente dopo l’Europeo?
Il nostro gruppo potevamo vincerlo con almeno 2-4 punti di vantaggio sulla Svizzera, lasciando stare la partita con la Bulgaria che probabilmente doveva finire come con la Macedonia. A Basilea la partita deve finire 3-0, sembra che da settembre le cose non dovessero per forza andare bene e ci sono andate tutte storte. La squadra magari è stata imprecisa, non ha colto certe situazioni, ma è il calcio. Abbiamo giocato bene, avendo occasioni, la partita di Basilea la ricordate tutti, deve finire 2-0 almeno. Ormai è andata, guarderemo gli errori e dove migliorare, ma è inutile stare a parlare e sembrare in cerca di scuse.

Dove può migliorare questa squadra dal tuo punto di vista?

Vedremo, c’è la possibilità di inserire ragazzi più giovani sperando che possano avere esperienze più importanti nei loro club. Ci sono ragazzi che possono ambire a un grande futuro.

Sulla Turchia.
Li conosco bene, è una squadra forte anche tecnicamente. Ha sempre avuto giocatori bravi.

C’è un popolo deluso ma non inferocito come cinque anni fa e la Federazione che le chiede di restare. Sono attestati di stima enormi, sono fondamentali per la sua decisione di restare?
Mi sembra una cosa normale nel calcio, mi fa piacere. In questi quattro anni abbiamo cercato di fare il massimo, vincere ma anche giocare un calcio diverso. Non è stato il mese dell’Europeo, tutte le cose possono andare nel verso giusto ma abbiamo quasi sempre vinto giocando con una mentalità offensiva.

L’Italia ha bisogno di una rivoluzione sia tecnica che organizzativa e di riforme? 
Queste sono cose che vedrà il presidente, noi possiamo parlare delle cose tecniche, il futuro dei ragazzi più giovani e la squadra attuale. Con qualcuno dentro potevamo giocare il Mondiale per vincerlo. Saranno fatti sicuramente degli inserimenti a giugno nella Nations League, dobbiamo guardare agli Europei. Per le altre cose ci sono persone più adatte.

“Quando ci sono delle sconfitte, bisogna analizzare le partite in modo più approfondito. Queste cose non sono accadute soltanto alla nostra Nazionale, sono successe anche a Nazionali più importanti. Ci sono Nazionali importanti che non vincono nulla da 60 anni. L’Italia in questo è un po’ più avanti, nonostante qualche delusione. A volte si esagera dicendo che bisogna per forza cercare le motivazioni”.

Sul modulo.
Dipende dai giocatori che proveremo, faremo queste valutazioni più avanti.

Perché vuoi restare?
Sono ancora giovane. Il mio obiettivo era vincere un Europeo e un Mondiale, poi mi piace il mio lavoro e mi diverto ancora molto, voglio organizzare qualcosa di importante con i ragazzi. La delusione è tanta, ma noi andiamo avanti.

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