GP Arabia Saudita, nuovo attacco missilistico: i piloti chiedono sicurezza

Come se non bastassero le immagini dall’Ucraina, anche da Jeddah arrivano notizie preoccupanti che possono mettere a rischio lo svolgimento del GP di Formula 1

La cronaca di questi giorni continua a restituirci immagini e notizie drammatiche, in un momento profondamente complicato e scuro per tutto il mondo. La pandemia che non allenta ancora la sua morsa, gli attacchi e le vittime in Ucraina e ora altre preoccupazioni che giungono da Jeddah in Arabia Saudita.

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Circuito Jeddah © LaPresse

A più di 4000 chilometri da Kiev in questo weekend è in programma il secondo Gran Premio del Mondiale di Formula 1. Come racconta ‘Sport Mediaset’, citando alcuni giornalisti in Arabia, nei minuti precedenti alll’inizio della pprima sessione di prove libere a circa 20 chilometri dalla pista si è alzata una colonna di fumo. I reporter sul posto hanno segnalato quello che sarebbe stato un nuovo attacco del gruppo Houthi dello Yemen a uno stabilimento petrolifero della Aramco. Un raid missilistico contro le strutture della compagnia saudita che già il 20 marzo era stata attaccate dagli stessi miliziani. E già in questi giorni si era parlato anche dell’ipotesi di cancellazione del Gran Premio.

GP Arabia Saudita, nuovo attacco missilistico a Jeddah: riunioni in corso

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Leclerc © LaPresse

In attesa di comunicazioni ufficiali da parte delle autorità competenti arabe, anche le varie componenti della F1 si sono riunite per confrontarsi. Le prove libere sono andate comunque in scena con qualche minuto di ritardo e successivamente a un vertice con i piloti (chiedono sicurezza e garanzie), che si sta ripetendo anche in questi minuti. Nel frattempo è stata annullata la consueta media session mentre è arrivato anche il comunicato del GP di Jeddah: “Siamo in contatto con le autorità arabe, con F1 e FIA per garantire la necessaria sicurezza per continuare il weekend garantendo misure per il bene degli ospiti del circuito. Il weekend di gara prosegue come pianificato”.

Una linea confermata anche dalle parole di Toto Wolff e Stefano Domenicali. “Siamo in una zona in cui siamo al sicuro e siamo protetti. Abbiamo parlato con il ministero dello Sport. Io ho deciso per me e per la mia famiglia di rimanere qui per le gare. I piloti possono prendere una decisione da soli, siamo in una democrazia”, ha detto il team principal della Mercedes. “Ho informato i piloti e i team della situazione, sulla base delle informazioni avute. Siamo qui, siamo al sicuro. Abbiamo ricevuto rassicurazioni, hanno tutti i sistemi per proteggere l’area. Crediamo nelle autorità locali e andiamo avanti con l’evento”, ha ribadito invece il Ceo e presidente della F1.

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