L’incubo di Signori: “Sono stati dieci anni terribili. Mi vergognavo ad uscire di casa”

Un calvario iniziato nel 2011 dal quale solo di recente l’ex calciatore Beppe Signori è venuto fuori

Un’intervista molto toccante quella rilasciata da Beppe Signori con la quale ha rotto un silenzio lunghissimo dopo oltre dieci anni complicatissimi. Bandiera del Bologna, infatti, l’ex calciatore è stato di recente assolto completamente nell’ambito dell’inchiesta legata al Calcioscommesse iniziata nel 2011.

L'incubo di Signori: "Sono stati dieci anni terribili. Mi vergognavo ad uscire di casa"
Beppe Signori ©LaPresse

Un peso che dopo tanti anni Signori è riuscito a cancellare dalla sua vita, ma che – come rivelato ai microfoni di ‘Verissimo’ – ha lasciato profonde cicatrici: “Adesso sto meglio, ma sono stati dieci anni terribili sotto ogni punto di vista, morale e fisico. È stata veramente dura, soprattutto all’inizio”.

L’ex calciatore ha ricostruito tutta la vicenda, rivivendo perfettamente come l’inizio dell’incubo: “Ero a Roma dai miei figli quando improvvisamente mia moglie mi disse che era stata fatta una perquisizione nella casa di Bologna e che sarebbero venuti due carabinieri alla stazione di Roma per scortarmi in questura. Poi, dopo che i due poliziotti mi avevano prelevato ho ricevuto, in treno, una chiamata da mia sorella in lacrime e ho scoperto da lei quello che stava succedendo. Lì sono iniziati i miei dodici giorni di domiciliari”.

Beppe Signori rompe il silenzio: “Mi vergognavo ad uscire di casa”

L'incubo di Signori: "Sono stati dieci anni terribili. Mi vergognavo ad uscire di casa"
Beppe Signori ©LaPresse

Un coinvolgimento che lo ha fatto sprofondare, costringendolo quasi ad aver paura di tornare a vivere la sua vita: “Subito dopo l’arresto, per diversi mesi, sono rimasto in casa perché mi vergognavo anche se non sapevo neanche di cosa. Quando sono uscito per la prima volta, ho visto nelle altre persone uno sguardo diverso ma probabilmente ero io che in quel momento vedevo tutto nero. Non volevo cadere in una prescrizione che poteva sembrare una sorta di resa. Rimanere in quel grigiore non è mai facile, volevo dimostrare a tutti i costi la mia innocenza. E questa sentenza definitiva ora mi permette di respirare”.

Anni in cui sono stati più i momenti bui che quelli di luce per Signori, nonostante il grande aiuto dato dalla famiglia: “Non sono arrivato a ipotizzare di fare cose così brutte ma ho vissuto grandi difficoltà. Non dormivo e non riuscivo più a guardare la televisione perché avevo paura potessero arrivare delle notizie. Mi sono chiuso in me stesso e in quei momenti l’amore della mia famiglia è stato determinante”.

Un incubo da quale è fortunatamente uscito e che lo ha stimolato a cercare una nuova avventura nel mondo del suo amato calcio: “Mi piacerebbe lavorare in un settore giovanile. Ho il patentino per allenare in qualsiasi categoria, ma visto che ho cinque figli forse i bambini mi darebbero più soddisfazione”.

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