Covid, in arrivo la terza dose di vaccino: parla Brusaferro

La terza dose di vaccino sembra ormai realtà: le dichiarazioni di Brusaferro, Locatelli e Rezza

Sono ormai circa 46 milioni e 500 mila gli over 12 a cui in Italia è stata somministrata almeno una dose di vaccino mentre più di 44 milioni hanno completato il ciclo vaccinale, ovvero l’82 per cento della popolazione. Da diverse settimane però si sta già parlando della terza dose, che ad alcuni – come il personale sanitario e le altre categorie più a rischio – è stata già inoculata.

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Vaccino © Getty Images

Presto la terza dose sarà però una realtà anche per il resto degli italiani. La gran parte degli under 60, infatti, si è vaccinata meno di sei mesi fa (tra maggio e agosto). Per quando sarà maturato il termine dato dagli scienziati per la terza iniezione, il sistema per la somministrazione sarà pronto, riporta ‘corriere.it’.

Terza dose vaccino anti-Covid, le parole di Brusaferro e Rezza

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Vaccino Covid © Getty Images

A tal proposito sono arrivate anche le parole di Silvio Brusaferro, direttore dell’Istituto Superiore di Sanità: “Oggi è raccomandata per alcune categorie, ma la terza dose di vaccino anti-Covid per tutta la popolazione è uno scenario verosimile. Noi come sempre monitoreremo la persistenza della risposta immunitaria, e man mano che ci saranno le evidenze del caso, saranno declinate dal punto di vista organizzativo”.

Oltre a Brusaferro, della terza dose di vaccino in Italia ha parlato anche Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione al ministero della Salute: “Sulla base di studi effettuati in Israele e negli Stati Uniti si è pensato di coprire le persone più a rischio, che hanno quasi tutte completato il ciclo primario più di sei mesi fa. Ora si sta valutando se e quando dare una dose aggiuntiva alle persone più giovani“. Infine le dichiarazioni di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico: “C’è un sistema di prenotazione disponibile per gli over 60, poi c’è la possibilità, che nel tempo considereremo, anche per i più giovani”. Uno scenario tornato molto concreto anche a causa del numero dei casi che sono tornati in aumento in relazione al tasso di positività, oltre ai ricoveri e le vittime.

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