Inter, furia Conte contro il club: “Palate e palate di ca…”

Antonio Conte infuriato dopo la conquista del secondo posto: durissimo attacco alla società e futuro messo in dubbio

Una furia. Antonio Conte sbotta dopo Atalanta-Inter e fa un duro atto di accusa alla società. Dirigenti sul banco degli imputati per il tecnico nerazzurro che salva solo il gruppo squadra: “Anche a livello personale è stata un’annata molto, molto dura – ha affermato a ‘Sky’ -. La mia soddisfazione è aver lavorato con questi ragazzi e con il gruppo che lavora intorno alla squadra. Loro hanno meritato quanto fatto ed è giusto che oggi abbiano complimenti. Non è stato riconosciuto il lavoro dei calciatori e il lavoro mio e c’è stata pochissima protezione da parte del club. Bisogna essere forti in campo ma soprattutto fuori. A fine anno ci sarà modo anche di parlare con il presidente che è in Cina”.

Calciomercato Inter, Conte mette in dubbio il futuro

Il j’accuse di Conte è gravissimo: “Non mi piace quando la gente sale sul carro, la gente deve starci anche nei momenti negativi e all’Inter non è successo questo. Pensavo ci fosse più protezione, invece zero assoluto nei confronti dei calciatori e miei. Ci sono state palate e palate non dico di cosa nei confronti miei, ci deve essere protezione per creare qualcosa di importante. Bisogna essere forti anche fuori dal campo, c’è tanto da fare: poi si potrà fare o no, ognuno farà le sue valutazioni. Ho visto gente oggi salire sul carro e certa gente sul carro non ci deve salire. Le palate di cacca le ho prese io e i miei calciatori e di protezione ne ho vista zero. Non sto parlando di mercato, ci tengo a chiarirlo”.

Il tecnico nerazzurro continua: “L’altro giorno mi è stata mandata un’intervista di Spalletti del 2017: ora siamo  nel 2020 non è cambiato niente. Si cresce in campo e soprattutto fuori dal campo. Ci sono tantissimi margini di crescita. Se il proprietario capisce che bisogna fare dei miglioramenti. Io la faccia ce la metto sempre, ma fino ad un certo punto: nessuno è scemo. Il parafulmine uno lo fa il primo anno, il secondo no“.

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