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Calciomercato Inter, Eriksen: ”Ecco perché sono venuto qui. Mi sto ambientando”

Il fantasista danese svela i retroscena del suo approdo in nerazzurro e racconta come ha trascorso la sua quarantena

CALCIOMERCATO INTER ERIKSEN / E' stato uno degli acquisti più importanti della storia recente dell'Inter. Christian Eriksen, fantasista danese ex Tottenham, è sbarcato a Milano nell'ultima finestra invernale di mercato ma non è riuscito ancora a mostrare tutte le sue qualità in Serie A. Prima dello stop del campionato causa coronavirus, l'ex Spurs ha trovato difficoltà nell'inserirsi nel 3-5-2 di Conte. E' lo stesso Eriksen, ai microfoni del quotidiano danese 'Jyllands-Posten' a parlare del suo approdo all'Inter e del suo ambientamento in Italia. Per restare aggiornato con tutte le news legate al mondo del calcio e non solo CLICCA QUI.

Ecco le sue parole: “Mi volevano ad ogni costo e quindi mi sembrava la soluzione più adatta. Un calciatore come me le guarda queste cose e significa molto che un club ti vuole a tutti i costi, mi avrebbero acquistato a qualsiasi costo. Tottenham? Molti tifosi si sono arrabbiati per le parole alla BBC ma sono stato frainteso. In Premier League c'è una concorrenza molto più ampia e dunque all'Inter ed in Italia c'è maggiore maggio possibilità di vincere, tutto qui. Avrei voluto dire addio in modo diverso ma il calcio è così, molti tifosi mi vogliono ancora bene nonostante sia andato via”.

Il periodo di quarantena: “All'inizio volevo passarla con Lukaku o Young ma stare per 14 giorni su un divano non mi sembrava il caso. Così sono stato alla Pinetina con un cuoco e cinque membri dello staff che non volevano contagiare la propria famiglia. Non è stata una situazione facile. Ora sono in un appartamento a Milano e non tocco palla da due mesi, ho una cantina lunga 70 metri e corro lì. L'Inter ci ha dato a disposizione molti mezzi per allenarci e dovremo farci trovare pronti. Italia? Sto imparando la lingua, non è stato facile ambientarmi ma i tifosi mi hanno accolto benissimo e li ringrazio”.

Il retroscena: “Un giorno sono stato fermato da una volante della Polizia e con il mio scarso italiano gli ho dovuto spiegare chi ero, cosa stavo facendo e gli ho fatto vedere i documenti”.

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Raffaele Caruso

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