JUVENTUS DOPO SUPERCOPPA / Il campanello d'allarme c'era già stato, ma dopo la sconfitta con la Lazio quel campanello suona ancora più forte. Tre gol subiti in 90 minuti, una cifra che fa ancora più sensazione se pensiamo che nelle 38 partite dello scorso campionato la Juventus ne aveva presi soltanto 27. Possibile che sia solo uno strascico del calciomercato? Possibile che i bianconeri abbiano subito talmente tanto il contraccolpo della partenza di un paio di calciatori, per quanto fondamentali? Lo scopriremo solo vivendo, come diceva Battisti. Una rondine non fa mai primavera, ma di certo deve far riflettere.
Di sicuro, se non è l'unico problema, l'estate bollente è stata il principale motivo di questo attimo di sbandamento. Nelle ultime stagioni le news Juventus di mercato erano sempre state all'insegna del dominio assoluto, degli sgarbi alle avversarie dirette, di un atteggiamento in un certo senso anche prepotente, ma sempre e comunque in entrata. Quest'anno invece la tendenza si è un po' invertita. Le pressioni di Dani Alves per andar via e l'addio burrascoso di Bonucci, oltre a creare un solco sul piano tecnico, hanno dato forse anche una spallata importante alle certezze bianconere. La Juve non è più (soltanto) un porto d'arrivo, ma anche di partenza. E le alternative finora non sono sembrate all'altezza. Mattia De Sciglio non ha convinto del tutto a Roma: non ha giocato malissimo, ma quello scatto di Lukaku nel finale lo ha travolto e ha condizionato pesantemente anche il giudizio sulla sua prestazione complessiva. Idem Benatia con Immobile, lui che in campo era il sostituto designato di Bonucci. Certo, lì davanti sono arrivati dei calciatori che faranno divertire, da Douglas Costa a Bernardeschi aspettando Keita, ma Higuain ha risposto assente e ha toccato meno palloni di Buffon. Un altro dato che fa riflettere: finora, a conti fatti, la Juve dal Pipita in poi ha vinto meno di quella prima dell'argentino, che storicamente ha qualche problema con le finali. E' un dato che può essere smentito in qualsiasi momento, ovviamente le somme vanno tirate più avanti. Ma ora bisogna porre rimedio: serve il centrocampista che ha annunciato Marotta, serve qualche innesto di spessore in difesa, al centro e sulle fasce. Soprattutto serve ritornare al 28 ottobre 2015, Sassuolo-Juventus 1-0, la partita identificata da tutti come quella della rinascita del gruppo di Allegri. Lì bastarono le sfuriate del tecnico e di Gigi Buffon per tornare in carreggiata e per aprire un ciclo, facendo leva solo ed esclusivamente sull'orgoglio. Ecco, l'orgoglio: l'arma migliore a disposizione della Juventus. Che sia il punto di partenza anche stavolta.
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