Italia, ESCLUSIVO Baronio: “Via dall’Under 19, ora sogno un club”

L’ormai ex Ct della Nazionale U-19 si racconta ai microfoni di Calciomercato.it

NEWS ITALIA BARONIO / In cerca di una nuova avventura. Dopo aver mosso i primi passi da allenatore guidando anche la selezione Under 18, Roberto Baronio lascia la Nazionale Under 19 e, ora, punta ad approdare sulla panchina di un club per continuare il suo percorso di crescita nella nuova vita da allenatore. Intervistato da Calciomercato.it, l'ex centrocampista passato anche per la Lazio si racconta tra passato, presente e futuro e fa il punto sui giovani talenti che animano le news Italia.

Innanzitutto: com'è fare l'allenatore e, in particolare, il commissario tecnico di una Nazionale, seppur giovanile?
“Sicuramente è stata un'esperienza che mi ha fatto crescere molto perché impari a lavorare in un modo diverso: un allenatore normale di club prepara una partita dal lunedì alla domenica, mentre noi in tre allenamenti dobbiamo preparare tutto. E mi ha fatto crescere molto perché comunque il livello è alto, vai ad affrontare formazioni e nazionali in cui trovi giocatori che nei rispettivi campionati nazionali giocano già nelle Serie A o sono comunque quasi tutti nelle Serie B. Posso quindi dire che questa esperienza mi ha formato, mi ha fatto crescere, e ora con Maurizio Viscidi, il coordinatore delle giovanili nazionali, abbiamo avuto un colloquio e abbiamo ritenuto opportuno per il mio futuro separarci. Lui mi vedeva più come un allenatore da tutti i giorni, da campo, dove c'è un lavoro quotidiano, e pensava che mi servisse un po' più d'esperienza andando ad allenare proprio tutti i giorni. Ho capito la sua intenzione e di comune accordo, pur non avendo io in questo momento alcuna alternativa, abbiamo deciso di finire così. Lo ringrazio sicuramente perché mi ha fatto crescere in questi due anni, mi ha dato tanto a livello tecnico e perché è un grande insegnante. Rimarrà un'esperienza positiva”. 

Quindi per il momento stop alle nazionali?
“Sì, spero di trovare assolutamente una squadra, un club, una Primavera che mi possa dare l'opportunità già dal prossimo anno di allenare e stare tutti i giorni sul campo. Ho questa voglia di continuare questo percorso e portare sul campo la mia esperienza fatta in Nazionale. Adesso quindi stiamo valutando, sto più che altro aspettando una chiamata da qualche club”.

In questi due anni alla guida delle selezioni giovanili azzurre, ha notato un'inversione di tendenza da parte dei club di Serie A e B nella valorizzazione dei talenti nostrani?
“Qualcosa sicuramente sì, qualcosa è cambiato, anche per via dei problemi economici di tante società, per cui si va più a guardare nel proprio settore giovanile e questo penso sia una cosa molto positiva per il calcio italiano. Stando in Nazionale ci siamo accorti che quando vai a disputare le competizioni internazionali, come può essere anche la qualificazione ad un Europeo, se vai a fare il confronto con le presenze in squadre di Serie A e Serie B delle selezioni che noi andiamo ad affrontare, il totale si aggira sempre sulle 60-70-80 presenze nelle rose degli avversari, mentre per noi, ad esempio negli ultimi gironi che abbiamo fatto a novembre e a marzo, arrivare a 30-40 presenze era tanto. E di queste 30-40 magari trovavi Locatelli o Varnier che aumentavano le presenze totali, ma a livello numerico i giocatori con esperienza sono pochi. Purtroppo in Italia aspettiamo sempre un po' troppo prima di lanciarli questi giovani. Ma è ovvio che bisogna lanciare il giocatore che ha valore, non tanto per buttare dentro il giovane, che altrimenti lo si mette solo in difficoltà. Di giovani bravi, comunque, ne abbiamo e dovremmo avere un po' più il coraggio non dico di mandarli allo sbaraglio, ma almeno di tenerli in rosa, magari anche come 22esimo invece di andare a prendere un giovane straniero per fare il 22esimo”.

Lazio, Baronio esalta Inzaghi: “Merita di stare nel calcio che conta”

“Penso che quest'anno la Lazio avesse una grande rosa, era una squadra molto competitiva. Ha avuto la fortuna di trovare un allenatore che si è dimostrato all'altezza. Dico la fortuna perché all'inizio non era in previsione Inzaghi come allenatore, poi per varie circostanteze hanno deciso di puntare su Inzaghi. Poi Simone è un amico, quindi mi viene anche facile parlar bene di lui. Penso che abbia fatto un grandissimo lavoro. Ha meritato la riconferma e ha meritato di stare nel calcio che conta perché ha dimostrato il suo valore guidando una squadra a raggiungere il proprio obiettivo, che era quello dell'Europa, e facendo giocare questa squadra in modo molto brillante e piacevole anche da vedere. La rosa era forte, ma l'allenatore ha grande meriti”.

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