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Derby Lazio-Roma, Sarri carica: “Vinciamo per il nostro popolo”. Poi su Rovella

Il tecnico biancoceleste torna a ‘giocare’ un derby dopo venti mesi: tutte le emozioni e le riflessioni sulla formazione

Maurizio Sarri torna a vivere la settimana più dura per lui, come ha più volte sottolineato. L’attesa verso il derby è un qualcosa che lo “massacra” e lo “logora”, ma ora ci siamo.

Maurizio Sarri (LaPresse) – calciomercato.it

Alla vigilia della stracittadina con la Roma, che il tecnico affronta di nuovo dopo venti mesi (era gennaio 2024 in Coppa Italia), arrivano le dichiarazioni in conferenza stampa tra le sue emozioni e i dubbi di formazione. Dalle 15 la diretta scritta su Calciomercato.it:

Le emozioni della vigilia sono le stesse? “Il derby è derby, le emozioni devono rimanere le stesse. Una partita particolare, estremamente sentita, per questo è una delle più sentite di tutto il mondo”.

Sugli infortunati. “Castellanos sembra recuperabile, Rovella valutiamo oggi. Il resto è fuori, forse ce la facciamo a portare in panchina Patric che ieri ha fatto allenamento in parte con la squadra ma è molto più simbolica che effettiva”.

Anche Dele-Bashiru ha problemi? “No, aveva qualche dolorino che aveva a freddo appena alzato, ha fatto un controllo cautelativo”.

La Roma è fisicamente superiore? “Le squadre di Gasperini sono sempre fisiche e aggressive, creano tante difficoltà. Bisogna essere su altissimi livelli fisici e tecnici”.

La Roma parte in vantaggio? “Se parte in vantaggio non mi importa niente. Il derby è una partita tra due popoli che sportivamente si odiano, io voglio una squadra che vada in campo per il proprio popolo. Poi chi è favorito non mi interessa, noi dobbiamo lottare per il nostro popolo, 100 minuti, a 35 gradi… Non mi importa niente”.

Cosa chiede ai suoi offensivamente? “Il Sassuolo ci aspettava blocco basso, noi abbiamo aspettato in faccia al blocco. Sembrava sempre sotto controllo, ma poi quando c’è da vincere a tutti i costi fai il compitino. Bisogna avere il coraggio, dobbiamo andare negli spazi e non palleggiare”.

L’approccio a una partita di questo genere ti porta a fare qualcosa di diverso? “No, la differenza è emozionale e motivazionale e questo si riflette in un livello di attenzione superiore a livello dei giocatori. Poi c’è la componente motivazionale che è superiore a quella tattica”.

Farebbe a cambio con Gasperini per la sua inconsapevolezza nei derby? “Ma quando inizia la partita diventa consapevolezza, è un’altra storia. Io non lo so. Ne ho giocati sei di derby, ne ho perso uno e ricordo solo quello. Mi ricordo quel disagio emotivo, la tristezza, la vergogna a tornare nel centro sportivo. Di questo mio stato d’animo ne ho parlato con i giocatori. Se non fai quello che devi fare deludi un popolo, e quello ti resta. Non dobbiamo sbagliare niente”.

Meglio non perderlo che vincerlo? “Il derby si gioca per vincerlo, se vuoi fare contento un popolo lo devi vincere”.

Pedro parte già con la maglia addosso nel derby? “Pedro giocherà, non so se in parte o dall’inizio, non abbiamo deciso. Dobbiamo valutare cosa ci rimane poi per eventualmente cambiare la partita. Dobbiamo cambiare tante cose, ma su di lui facciamo grand affidamento. Nelle partite importante ha sempre fatto prestazioni importanti”.

Il valore aggiunto dei derby siete lei e Gasperini? “Da tanti anni frequentiamo l’ambiente, quindi ogni campionato avremmo dovuto vincerlo o io o lui e non è stato così”.

Su Gasperini. “Da quando lo conosco è cresciuta la valutazione di uomo e allenatore, invece che dividerci ci ha accomunato il giocare contro. Lo rispetto molto, sicuramente darà tanto alla Roma. Ma domani è il derby”.

La partita adatta per accendere la Lazio? “Noi abbiamo fatto una bruttissima partita. se mi chiedi come siamo stati in campo a Sassuolo siamo stati compatti e ordinati. Ma ci è mancato qualcosa come continuità di pressione, senell’interpretazione qualitativo e di mentalità potevamo fare molto molto meglio”.

Si sente ancora forse di più invaso nella lazialità rispetto a due anni fa? “Il tempo ti fa affezionare e amare di più sempre l’ambiente, la squadra. questo è inevitabile, perché di im che quest’anno me la sento maggiormente io, l’intensità delle’motività è la stessa, forse di più”.

Lazio priva di identità, lei anche forse ha avuto le idee poco chiare. “Io ho le idee chiare, non ti preoccupare. Puoi dire che non si è dato qualità, ma la squadra è molto ordinata, compatta, corta. La società voleva dare maggiore solidità a questa squadra, pian piano ci stiamo riuscendo. Poi c’è da tirare fuori qualità, non la tiriamo fuori per motivi tattici o perché non ne abbiamo tanta?”

Pedro come Modric? “Pedro fa un ruolo un po’ diverso, la questione fisica conta molto di più e stiamo cercando di preservarlo senza fargli rischiare 90 minuti non . Poi ha avuto una tendinite bilaterale, gli abbiamo fatto fare una settimane di riposo ed è una gestione che prende in considerazione diverse cose. Ve l’ho detto quello che voglio vedere. Il lavoro sul campo non riusciamo a trasportarlo pienamente in partita, ma è fatto bene. Siamo l’unica squadra che ho allenato che mi lascia la sensazione che abbiamo più ritmo in allenamento che in partita”.

In cosa la Lazio è più forte della Roma? “Non lo so, dobbiamo essere più forti domani caratterialmente”.

C’è un atteggiamento tattico sfavorito dal caldo? “La probabilità che i ritmi decadano è alto, l’orario è pesante per noi e per loro. Ma non è una sconfitta della Lazio o della Roma l’orario di domani, lo è del calcio e delle istituzioni, se chi deve mantenere l’ordina pubblica fa queste decisioni ammette di avere delle difficoltà a mantenere. Grandi difficoltà per tutti, ma non ce ne deve importare. Se c’è una partita in cui vale la pena morire sul campo è il derby”.

Su Zaccagni. “Sta crescendo piano piano, ha fatto un’estate con un intervento, le difficoltà iniziali erano ovvie. Come maturità è cresciuto, può diventare un capitano importante”.

In tre anni cosa ha capito il tifoso della Lazio? “Nella stragrande numerica i tifosi della Lazio sono persone anche molto pazienti. Poi c’è una frangia magari che lo è meno. Li accomuna lamore smisurato per questa maglia, un amore che in tanti anni di calcio ho visto solo qui e a Napoli. Questo è il motivo per cui ti dico che da fuori si fa fatica a capire, quando sei dentro ti invade. Vedi un attaccamento viscerale nei confronti di questa maglia. Questo è importantissimo, sarebbe importantissimo riuscire ad attaccarlo ai giocatori questo senso di appartenenza. Nel calcio attuale non è semplice, ma sarebbe molto importante e gradito”.

Come sta Rovella? “Valutiamo oggi, lo buttiamo dentro. In mezz’ora si capisce se ce la può fare o no”.

Quanti minuti ha Isaksen? “Si sta allenando da poco, questo è una parte del problema. Non è che si sta allenando da poco per una caviglia gonfia, ma era malato. Non è un percorso istantaneo farlo tornare in condizione”.

Vecino? “È ancora in mano all’area medica. Sta facendo ancora differenziato, spero che torni almeno in gruppo la prossima settimana.

Su Belahyane e Dele-Bashiru. “Non lo so, se Dele-Bashiru va benissimo oggi può partire lui. Non mi sono mai lamentato degli assenti e del mercato chiuso, quindi se non gioca Rovella gioca un altro”.

Cosa dobbiamo aspettarci domani, un gioco più lento o a viso aperto? “Un gioco più lento può venire fuori per motivi climatici, non penso siano possibili ritmi forsennati con queste temperature. Poi l’evoluzione della partita determina se si può aprire o restare con spazi chiusi. Dobbiamo prepararci a tutti e due gli eventi”.

(IN AGGIORNAMENTO)

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