A margine della presentazione del Premio Bearzot, il nuovo numero uno degli arbitri ha risposto sull’episodio di Bastoni
In Federcalcio è stato presentato il XIV Premio Bearzot che è stato assegnato stavolta a Gian Piero Gasperini, assoluto protagonista con l’Atalanta. Accanto al presidente Figc Gravina era presente anche il nuovo presidente AIA, succeduto a Carlo Pacifici, Antonio Zappi – alla sua prima uscita ufficiale – che ha invece annunciato l’assegnazione del riconoscimento come miglior arbitro emergente ad Andrea Colombo di Como.

È stata ovviamente per i cronisti l’occasione per chiedere pareri e spiegazioni al massimo dirigente arbitrale. Lo stesso Zappi ha risposto così a Calciomercato.it: “Se siamo soddisfatti? Pacificamente rispondo di no, quando ci sono polemiche la nostra necessità è quella di garantire la prestazione arbitrale migliore. Qualche problema c’è stato e non possiamo negarlo. Chiederei uno sforzo di comprendere la differenza tra un errore arbitrale in termini di interpretazione e la difficoltà che abbiamo a dover applicare una previsione protocollare che impedisce determinati interventi. Tutto il sistema deve stare alle regole, se poi una decisione mediaticamente viene dimostrata differente dalla decisione è evidente che l’arbitro non può che attenersi al protocollo. Chiedo che se ne tenga conto Non si può addebitare a un arbitro aver applicato correttamente il protocollo”.
Ci sono proposte per andare dall’IFAB e chieder modifiche? “La risposta è sì, sarebbe anche molto semplice. Basta cercare sul web quali sono le mie personali posizioni. Ma è l’IFAB che modifica gli strumenti protocollari. Se e quando deciderà di aggiornare lo strumento che consente a tutti noi di garantire la regolarità del calcio e determinate necessità noi lo faremo ben volentieri. Domani sarà a Coverciano, c’è il raduno della Can, l’indicazione che anche il designatore Rocchi sta dando è quella di migliorare la parte di uniformità di interpretazioni soggettive. L’uniformità è un concetto sempre difficile da declinare in concetti assoluti. Ognuno manterrà sempre un’intepretazione soggettiva. Lo scopo resta sempre ridurre il margine del grigio. Cito Farina: l’arbitro migliore, è quello che riesce davvero a essere sostanzialmente uniforme, anche come gruppo di arbitri, all’interno di ciò che è grigio nell’interpretazione delle regole del calcio”.
C’è possibilità di portare una proposta all’IFAB e farsi portavoci di queste problematiche? “C’è una grande apertura da parte nostra. Nei giorni scorsi si è avviata una sperimentazione sulla regola 12 sui comportamenti ostruzionistici dei portieri. Diciamo di sì, noi siamo molto aperti a qualsiasi tipo di sperimentazione che possa migliorare l’accettabilità per chi è poi davvero proprietario del calcio, tutti coloro che amano questo sport. Poi se volete aprire il dibattito sul Var a chiamata lo apriamo. Noi siamo aperti a qualsiasi cosa, ma è l’IFAB, dobbiamo ricordarcelo. Da parte nostra c’è grande apertura”.
Alcuni arbitri però non sembrano al massimo della forma. L’esempio di Bastoni, era evidente e non è un problema di protocollo. Andava visto durante la partita, così come lo stesso anche Sanabria in Torino-Genoa dove l’arbitro è posizionato bene. “Un dirigente degli arbitri deve avere capacità e coraggio di non difendere quello che può essere oggettivamente indifendibile. Per quanto riguarda l’interpretazione di alcuni episodi, non sempre ciò che la stampa immagina per gli arbitri è condivisibile. Ora abbiamo Open Var, quello che accade viene spiegato in maniera trasparente. Nell’episodio di Bastoni la telecamera dimostra che il pallone era uscito di qualche centimetro, ma solo chi è stato sul terreno di gioco può comprendere fino in fondo la mia posizione rispetto alla perentorietà della sua. Voi dite che da lì non si poteva non vedere, ma io dico che in quel momento Bastoni copre anche il pallone dalla prospettiva di La Penna. Bastoni copre il pallone col suo corpo. C’è una bellissima immagine di una telecamera che dimostra l’impossibilità di La Penna di poter vedere il pallone. Poi c’è l’assistente, ma è dall’altra parte. Era una azione veloce, forse poteva stare un passo in avanti, ma siamo sempre lì. Parliamo della bellezza del calcio che riguarda anche l’opinabilità di una decisione arbitrale”.