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TV PLAY | Cori antisemiti, Sandulli: “Bisogna coinvolgere le Curve”

Il professor Piero Sandulli e l’onorevole Fiano sono intervenuti ai microfoni di Calciomercato.it su TvPlay

Il professor Piero Sandulli, uno dei massimi esperti di giustizia sportiva nel nostro Paese, ha parlato ai microfoni di Calciomercato.it su Tv Play, soffermandosi in particolare sui cori con matrice antisemita durante il derby tra Lazio e Roma.

Sandulli

RISOLVERE IL PROBLEMA – “Occorre coinvolgere le tifoserie di più. La legge 86 dell’agosto del 2019 pone l’attenzione sul ruolo che devono svolgere i tifosi all’articolo 4. I tifosi organizzati, quelli dabbene, non i protagonisti di questi episodi che non riesco a definire tifosi, ma personaggi che andrebbero rieducati. Nelle curve dovrebbe ritornare la legalità. Bisogna recuperare il tifo quello vero e consentire alle tifoserie organizzate dabbene di essere in questo ruolo”.

RISCHI PER LA LAZIO – “Toccherà al giudice sportivo a decidere cosa rischiano. Il fatto che si ascolti in tutta Italia non lo rende un fatto tollerabile. Andrebbe represso in ogni luogo. La Federazione contro questi cori ad ogni partita di Serie A manda tre osservatori collocati in posti diversi dello stadio in modo da valutare come sono recepiti e ascoltati. In relazione ai rapporti, i giudici e la procura federale si comportano di conseguenza. Faranno il loro compito nei tre gradi di giudizio che il codice di giustizia sportiva offre. I due grandi endofederali interne alle federazioni e un grado esofederale presso il giudice di legittimità che è il collegio di garanzia dello sport”.

GIURISPRUDENZA – “La giurisprudenza fa fede all’articolo tre della Costituzione che, insieme all’articolo due costituiscono i due pilastri essenziali sulla base dei quali si muove anche la giustizia sportiva. Ci sono state in passato sentenze particolarmente significative non solo sulla discriminazione razziale ma anche sulla discriminazione territoriale che hanno segnato in modo significativo quella che è la continuità giurisprudenziale. Gli orientamenti sono già stati espressi ormai da circa 10 anni. Il fenomeno non può essere tollerato. Bisogna coinvolgere la parte buona della tifoseria dando loro dei poteri. Oggi quelli che la legge conferisce loro sono solo teorici. Bisogna dare attuazione. Io ho speranza che essendoci un ministro dello Sport questo possa avere più voce in capitolo e garantire la riferma dello sport che stiamo attendendo da qualche anno”.

PENALIZZAZIONI – “Ci sono state penalizzazioni, e anche significative. La penalizzazione è quella che il codice dice. Si parla di pena esemplare…ma la pena esemplare è una pena sbagliata. Bisogna attenersi a quello che il codice stabilisce come sanzione”.

SULLE SENTENZE PASSATE – “Ce ne sono di esemplificative. La sentenza principale riguarda Muntari del Cagliari che fu insultato e espulso perché l’arbitro non capiva le sue proteste. Li la corte ha specificato che il diritto dell’uomo viene prima di quello sportivo. E’ chiaro che può applicarsi il Daspo in questa materia, nato nel mondo sportivo. Va applicato. Bisogna dissociare la parte buona della tifoseria, che deve essere responsabilizzata, da quella priva di cultura storica. Questo credo che serva a elevare il livello culturale. Il mio diritto finisce dove inizia quello altrui”.

Fiano sui cori antisemiti: “Serve cultura”

Fiano

Sull’argomento a Tv Play è intervenuto anche l’ex deputato del Partito Democratico, Emanuele Fiano: “Sono convinto che questi fenomeni di violenza verbale e discriminatoria non si curino solo con la parte repressiva della legge, che a mio parere va applicata con durezza, ma affrontando anche la questione culturale che sta a molte. Quando uno pensa che ‘andate in sinagoga’ sia un insulto è perché non sa cosa è una sinagoga. Non sa che si perpetua l’idea che nella sinagoga si svolgessero chissà quali riti. E’ come quando si usa la parola rabbino come sinonimo di tirchio. Si è protagonisti inconsapevoli di procrastinare una tradizione antisemita millenaria”.

COINVOLGIMENTO DELLA CURVA LAZIALE – “Ho avuto esperienze allo stadio pesanti, anche personalmente. Conosco episodi che sono accaduti, alcuni li ho denunciati io stesso. Non è una cosa circoscritta ai tifosi laziali. A Roma c’è una presenza storica della comunità ebraica. Da un lato c’è un segno dell’ebraismo, dall’altro una sensibilità della comunità ebraica romana più sviluppata che da altre parti”.

Bruno De Santis

Napoletano, giornalista professionista dal 2006. Il calcio prima di tutto: poco bravo con i piedi, un po' di più (si spera) con la penna.

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