Pesante lo score di Juve e Roma sugli infortuni: Pogba, Wijnaldum ma anche Lukaku ed Osimhen alcune delle vittime illustri
“Qui giace il signore de La Palice. Se non fosse morto, farebbe ancora invidia”. Il glorioso maresciallo de La Palisse visse straordinarie avventure militari, una vita piena di onori. Assaporò la dolce vittoria e l’amara sconfitta. Morì a Pavia e sulla sua tomba qualcuno dei suoi uomini, pensando di aver trovato la frase del secolo, scriveva la più triste delle banalità, consegnando alla storia il povero maresciallo come il simbolo dell’ovvietà. Perché è lapalissiano che gli infortuni facciano parte del calcio. Di un campionato. Della stagione di una squadra.
La situazione infortunati vede l’Atalanta capolista che traccia la strada. Primo posto in classifica con Palomino out per doping, Djimsiti che ritornerà solo dopo la sosta per il mondiale, Zapata in avvio del prossimo mese mentre Muriel potrebbe tornare a strettissimo giro. Sono già tre, però, i titolari ko.
Il Napoli secondo è alle prese con la lesione di secondo grado del bicipite femorale destro di Victor Osimhen. Ancora una volta. Sempre Osimhen. Mai che riesca a fare una stagione senza un lungo stop. Potrebbe esser un mese, ma anche qualcosa in più. Spalletti deve farci i conti nel primo momento chiave dell’annata, quando le partite si susseguono. Infortunio di natura muscolare. Dato da tener presente. L’unico altro infortunato tra gli azzurri è Demme che tornerà tra qualche giorno.
Il grafico degli infortuni del Milan è molto più ricco di crocette. Florenzi (di natura traumatica) tornerà solo fra diversi mesi. Krunic dovrebbe rientrare contro la Dinamo Zabagria, quindi questione di giorni. Oltre la lungodegente Ibrahimovic, hanno collezionato almeno una giornata di assenza causa infortuni Tonali, Origi e Rebic. Niente di devastante nelle scelte di Pioli, ma qualcosa che ne ha limitato le rotazioni.
Scorrendo la classifica attuale delle big, c’è la Roma che è alle prese con lo stop di Abraham: nulla di eclatante, ma in Europa League, l’assenza si è sentita. Stesso destino per El Sharaawi e Kumbulla, infortunati lo scorso 31 agosto con il Monza: il rientro è fissato attorno al 20 settembre. Con Nicolò Zaniolo che scalpita e potrebbe avere il permesso dai medici di rientrare molto prima delle 4 settimane di stop previste. Nelle scorse ore ha già fatto differenziato, c’è chi ipotizza un rientro ben prima del post-sosta come preconizzato. C’è, poi, il capitolo Wijnaldum: la pesantissima frattura della tibia lo costringerà ai box fino al 2023.
Se Mourinho non può che maledire il fato intonando un triste fado lusitano, Allegri può prendersela in livornese con la dea bendata. La Juve ha una sfilza di ko che si trascina dalla scorsa stagione. Basta fare un elenco, con i recuperi che sono, in alcuni casi, abbastanza incerti. Hanno saltato per infortunio almeno una gara: Wojciech Szczesny, Leonardo Bonucci, Paul Pogba, Nicolo Fagioli, Federico Chiesa ed Angel Di Maria. Diversi ancora i punti interrogativi da sciogliere, con il dossier Pogba divenuto molto più complicato dopo la scelta di non operarsi e la necessità, dopo un mese, di farlo. Si attendono soprattutto il Fideo e l’esterno italiano il cui rientro si attarda sempre più.
L’Inter ha subito il colpo Lukaku: Big Rom tornerà a fine mese e la sua assenza si sta dimostrando più pesante del previsto, ma i tempi di recupero sembrano esser certi. Da annoverare un paio di gare perse da Mkhitaryan e null’altro per un Inzaghi che è messo meglio di Allegri e Mourinho.
La Lazio annovera, di fatto, un solo ko: quello di Pedro. I tempi di recupero si sono allungati più del previsto, ma Sarri può esser felice, finora dello storico infortuni di questo abbrivio di 2022-2023.
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