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Juventus, Paratici: “Sarri non esonerato a causa della Champions. Pirlo un predestinato”

A pochissime ore dall’esonero di Sarri e l’annuncio di Andrea Pirlo, il CFO della Juventus Fabio Paratici ha parlato di questi momenti intensi in casa bianconera

Il giorno dopo la vittoria amara contro il Lione che non è bastata a evitare l’eliminazione della Juventus dalla Champions League, in casa bianconera è arrivato il ribaltone in panchina tra l’esonero di Maurizio Sarri e l’annuncio di Andrea Pirlo come nuovo allenatore. Per parlare di questi grandi cambiamenti, ai microfoni di ‘Sky Sport’ è intervenuto Fabio Paratici, CFO della Juventus: “Le nostre valutazioni le avevamo già fatte tra di noi, non è una partita che decide il destino di un allenatore. Le valutazioni sono frutto di una stagione, non di una partita”.

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Quando è stata presa la decisione di puntare su Pirlo?
La decisione di Pirlo è molto naturale, oserei dire juventina. E’ un ragazzo che è stato da noi, ha giocato con noi, è sempre stato in contatto con noi e il nostro ambiente. Pensiamo anche che possa essere un predestinato, lo è stato da calciatore e pensiamo con grande convinzione che possa esserlo anche da allenatore.

Quando avete capito che non c’era feeling tra giocatori e allenatore?
Non era questione di spogliatoio, non c’è un momento preciso. Le stagioni sono lunghe, ci sono tanti episodi, tanti momenti che scatenano emozioni e riflessioni. Questa è stata frutto di una lunga stagione, difficilissima, e siamo arrivati a questa considerazione nel finale di stagione. Anche vincendo lo scudetto.

Allegri e Sarri esonerati dopo la vittotia di uno scudetto: il parametro su cui valutate è l’Europa?
Non è l’Europa il termometro, una finale o un ottavo. Ma le considerazioni che nascono in una stagione. La situazione di Allegri era diversa, veniva da un percorso di cinque anni vincenti, Sarri ha avuto un anno comunque con una vittoria. E’ tutto un insieme di cose che vanno al di là di un mero risultato sportivo.

Qualcosa non è scattato a livello di alchimia, a prescindere da errori e altro.
E’ questo il punto. Siamo comunque in un territorio inesplorato, nessuno ha avuto un ciclo così lungo di vittorie, risultati e anche cambiamenti. I cicli di una squadra durano 3-4 anni, noi siamo al terzo ciclo, una cosa inspiegabile. Abbiamo giocato due finali di Champions in tre anni con 8 undicesimi differenti. E’ una cosa difficile e complicata, il Real ha vinto tre Champions con gli stessi 11 e lo stesso cambio, Bale per Isco e Isco per Bale.

Però c’è chi storce il naso anche per Guardiola, che non ha vinto al Bayern la Champions e neanche al City. Come Zidane che non l’ha vinta quest’anno.
Mal comune mezzo gaudio. Il Bayern ha vinto lo scudetto uscendo ai quarti lo scorso anno e si leggeva di stagione fallimentare. Un po’ come noi quest’anno. Il City ha vinto 3-4 Premier, quest’anno era sotto di 25 punti dal Liverpool e aspettiamo il cammino in Champions. Queste squadre sono legate a giudizi davvero troppo rapidi e legati al risultato. Siamo gente di calcio di esperienza e di livello, scusate la presunzione. Certe competizioni, lo sappiamo, sono legate a episodi. Abbiamo giocato il ritorno con l’Ajax ma con assenze pesantissime lo scorso anno. Il Real ha giocato tre finali con tre squadre identiche e non è facile.

Sul suo possibile addio.
Detto che difendere me stesso mi sembra difficile. L’ha fatto pubblicamente il presidente a mezzanotte e mezza, mi sembrava difficile ribaltare il suo pensiero alle 2 di pomeriggio, mi sembra alquanto divertente.

Dalla Roma sirene forti.
Bisogna rispettare tutti i club e la Roma è un club importante. Sono qui da 10 anni, ho un rapporto importante con tutti, da Agnelli fino all’ultima persona che lavora qui, anche oltre il lavoro. Dieci anni sono tantissimi, anche se pure i direttori si stanno avvicinando agli allenatori, il giudizio è molto più rapido rispetto a prima.

Cosa vi ha convinti su Pirlo a livello tecnico e di progetto sportivo?
Andrea nella sua testa ha di svolgere il lavoro di allenatore come svolgeva quello da calciatore. Un gioco di qualità e grande applicazione, come è stato lui. Questa idea di proporre un gioco di un certo tipo, il filone che le squadre europee cercano di seguire, noi abbiamo seguito quello che lui ci ha detto ed è stato molto convincente nell’esposizione. E le persone sono spesso molto più importanti del professionista, che si può formare, mentre le persone non si possono formare.

 

 

 

 

Francesco Iucca

Giornalista pubblicista, dal 2013 inseguo un sogno. Sempre alla ricerca di 'cosa c'è dietro'. Tengo alla lontana quelli che 'Il calcio è solo un gioco', ma Roger Federer è il mio dio. Totalmente dipendente dal calciomercato e dall'adrenalina dell'ultimo giorno. Amo la musica, cantante a tempo perso.

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