JUVENTUS ESCLUSIVO BARILLA' / Ieri la conferenza stampa d'addio insieme ad Agnelli e alla presenza di tutta la squadra, stasera l'ultimo saluto dell''Allianz Stadium' nella festa scudetto al termine del match contro l'Atalanta. Si chiude il ciclo di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus, con il mister livornese che in cinque stagioni ha portato sulla bacheca della Continassa altrettanti campionati con undici trofei complessivi e a cui è mancato soltanto l'acuto europeo. Resta ancora un rebus tutto da sciogliere il nome del futuro allenatore, con la redazione di Calciomercato.it che ha contattato in esclusiva il giornalista de 'La Stampa' Antonio Barillà per analizzare lo stato dell'arte in casa bianconera: “Evidentemente era arrivato il momento giusto, è stata una scelta condivisa e sottoscritta anche se presa dalla società. E' normale perché dopo cinque anni di successi è giusto parlare di motivazioni, stimoli e ricostruzione di una squadra appagata per dare una scossa ad un piazza che tutto sommato si è un po' assuefatta alle vittorie. Un ambiente che accoglie con tepore scudetti che saranno consegnati alla storia, trasformando in delusione una Champions perduta che fa parte della realtà del calcio dove non esistono certezze. Da questo punto di vista era opportuno quindi ripartire con nuovi stimoli”.
Non sarà facile però ripetere la striscia vincente di Allegri: “Il nuovo allenatore avrà un compito durissimo, in Italia si stravince e bisognerà continuare a farlo anche se non è mai semplice e poi servirà alzare ulteriormente l'asticella in Europa. In questo senso un profilo di altissimo bordo o con un forte marchio di juventinità può avere un credito particolare per ridestare il fuoco del tifo e naturalmente per sposare la progettualità di una società che vuole vincere sempre di più – spiega Barillà ai nostri microfoni – E' difficile capire chi sarà perché sono profili enormi che i club d'appartenenza si tengono stretti, per questo per me esiste un doppio identikit: uno che porta ad un tecnico di primissima fascia che non è detto però che lasci la sua attuale squadra, l'altro invece più facilmente raggiungibile. Se fosse il secondo, non parlerei però di ripiego perché la storia della Juventus è piena di allenatori italiani che hanno iniziato in bianconero un percorso vincente: Lippi non aveva vinto niente di speciale ed è diventato un tecnico vincente, Trapattoni arrivava da un'esperienza come secondo al Milan e poi è stato l'allenatore più vittorioso in assoluto”.
Ballano diversi nomi per la panchina dei campioni d'Italia: “Certo c'è un'eredità pesante di un Massimiliano Allegri che al di là della mancata convinzione di tutti i tifosi rimane il terzo allenatore più vincente di sempre, con più punti conquistati e di cinque scudetti consecutivi che non si vedevano dagli anni '30. Nella prima fascia metterei in cima alla griglia allenatori della figura di Pochettino, nella seconda invece come Simone Inzaghi. Sono due piani paralleli che soltanto gli sviluppi di queste ultime giornate di campionato o di coppe europee potranno chiarire. Credo che Guardiola rimanga al Manchester City, mentre Conte presumo che sia destinato all'Inter“.
Indipendenemente da chi sarà il successore di Allegri, la dirigenza della Juventus sta lavorando sul mercato per rinforzare ulteriomente la rosa: “Non ci si può limitare a pochi acquisti mirati, considerando che in alcuni reparti c'è bisogno di intervenire con forza. Soprattutto in difesa: serve un forte difensore centrale che poi sia Ruben Dias o Manolas, anche se il romanista non credo sia così caldo, serve un profilo di questo tipo con una grande esperienza – sottolinea in esclusiva Barillà – Il top sarebbe Koulibaly perché bisogna non solo rinforzare ma anche ringiovanire visto che soltanto Rugani ha meno di 30 anni e poi lascerà anche un certo Barzagli, un fenomeno assoluto per la calma che trasmette al di là dell'aspetto tecnico. A centrocampo ci vuole un regista che sappia affiancare Pjanic in determinati momenti e questo è un identikit che la società sta cercando con calma. Nel reparto d'attacco dipende da chi va via perché in questo momento va benissimo così, anche se ad esempio per un giovane come Chiesa so che la Juventus al momento è davanti a tutti. Icardi? Piace ma non è una priorità per Paratici”.
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