INTER MAROTTA ICARDI / Durante l'evento 'Il Foglio a San Siro' è intervenuto anche Beppe Marotta, amministratore delegato della parte sportiva dell'Inter dando ampio spazio ai temi più delicati che tengono banco in casa nerazzurra. Clicca Qui per tutte le ultime notizie sul calciomercato.
VICENDA STADIO – “Uno stadio deve dare ospitalità, deve intrattenere nel modo migliore il pubblico. Deve essere la tua casa e in cui bisogna debellare la violenza. Che sia da una parte o dall'altra, l'importante è che ci sia e che sia all'altezza. Come impianti e strutture siamo ancora troppo indietro rispetto agli altri paesi. Abbiamo la migliore classe tra allenatori, dirigenti, giocatori e arbitri, però a livello di attrezzature abbiamo ancora notevoli carenze. Bisogna vendere uno spettacolo di qualità e per far questo ci vogliono delle strutture adeguate. Bisogna mettere dei paletti ancora più stretti alle licenze. VAR? Sono favorevole perché riduce o dovrebbe ridurre gli errori. Però ancora non è una macchina perfetta come dimostra Fiorentina-Inter e di cui preferisco non parlare… “.
PASSAGGIO DALLA JUVE ALL'INTER – “Quando ero a Torino vedevo il mondo e la mia carriera in un modo diverso, poi è successo quel che è successo… Avrei voluto finire in un altro modo. Mi pongo sempre degli obiettivi nuovi e cercherò di portare all'Inter la mia esperienza e la mia professionalità per tornare a vincere. Non sarà facile, anche perché quando cambi tre proprietà in pochi anni ti manca sempre qualcosa. Alla Juve c'era e c'è una società forte, mentre qui all'Inter ci sono altre problematiche. Se negli anni scorsi non si è vinto un motivo ci sarà: abbiamo però una proprietà forte, che vuole arrivare in alto. La storia e i tifosi dell'Inter sono un grande patrimonio da sfruttare e ci sono tutte le premesse per fare bene. Non bisogna mettere a posto solo i bilanci, bisogna anche cercare di vincere. Nedved? La sua è stata un'uscita un po' così, legata al suo modo di essere. Ma abbiamo chiarito subito in un successivo incontro. Nel calcio non si può pretendere, secondo me, che un giocatore, un allenatore o un dirigente abbia necessariamente una sola fede”
CASO ICARDI – “Abbiamo preso un provvedimento con grande senso di responsabilità. E' stata una decisione importante per l'interesse di tutti. Poi quello che è successo lo sappiamo solo noi in società, sono dinamiche che restano all'interno di un club. Certe scelte posso sembrare fuori luogo ma hanno un obiettivo: quello di rispettare il gruppo e la squadra. Le regole vanno sempre rispettate, ma qui parlo in generale e non solo del caso Icardi. Alla Sampdoria avevo Cassano e il figlio di Gheddafi nello stesso spogliatoio: diciamo che ho l'esperienza per gestire un caso come quello di Icardi…”, scherza alla fine Marotta.
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