VIALLI MALATTIA CANNAVÒ / È tornato a sorridere Gianluca Vialli. L'ex attaccante della Juventus è stato l'ospite d'onore del Candido-Day, giornata dedicata all'ex direttore della 'Gazzetta dello Sport' scomparso 10 anni fa. La malattia lo ha cambiato, ma non lo ha sconfitto e lo spirito è sempre quello di tanti anni fa: “E’ la prima volta che mi hanno definito il bello del calcio, perché quello era sempre Mancini, io al massimo ero il più simpatico… Ma visto che lo ha preso Zola prima di me, allora ci può stare”. A Vialli è stato consegnato il Premio Facchetti: “Avranno pensato 'diamoglielo adesso che poi l’anno prossimo non c’è più'…”. Scherza senza remore il 54enne di Cremona, anche ripensando al cancro che lo ha colpito: “La battaglia continua, sto bene. Grazie di tutto”.
JUVE E AZZURRO – Per i bianconeri Vialli ha un unico grande auspicio: “Sono stanco di essere ancora ricordato come l'ultimo capitano ad aver alzato la Champions. Vorrei che questa squadra la vincesse un anno sì e un anno no. Che orgoglio aver indossato la maglia della Nazionale, peccato per quell'esperienza che si è interrotta troppo presto. Può essere una prospettiva che io lavori di nuovo in Nazionale. Ma va fatto con grande responsabilità. Devo capire se lo posso fare in una certa maniera. Devo capire alcune cose anche familiari. E prendermi cura ancora di Roberto (Mancini, ndr) sarebbe eccezionale”.
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