INTER ZANETTI / Da pochi giorni è uscito in libreria il suo nuovo, terzo libro. Domani a 'Verissimo' Javier Zanetti è pronto a raccontarsi e a raccontare aneddoti della sua vita privata e sul campo. Ai microfoni del talk show l’ex capitano dell’Inter rivive le emozioni provate nella sua partita d’addio al calcio giocata il 10 maggio 2014: “Non è stato semplice. Era difficile per me pensare a quel giorno, ma prima o poi doveva arrivare. Tra l’altro in quella stagione ho subito un grave infortunio al tendine d’Achille e tutti pensavano che quella sarebbe stata la mia ultima partita. La mia mente invece si è subito proiettata al ritorno in campo. Volevo tornare a San Siro per un’altra sfida. Quella notte è stata indimenticabile. Ricevere tutto quell’amore resterà sempre nel mio cuore”. Sui suoi figli, che devono convivere con un cognome così ingombrante: “Con Tommy, il piccolino giochiamo in casa a calcio ogni sera prima di andare a dormire. Non mi preoccupa l’eredità del cognome, l’importante è che cresca con i valori giusti. A volte, quando torniamo in Argentina, accompagno i miei figli nella nostra fondazione per fargli conoscere dei bambini che non hanno la loro fortuna e per fargli capire che senza sacrificio non si ottiene nulla. Vedere i bambini crescere con dei valori sani è la cosa più bella che ci sia”. Sul ruolo da vicepresidente nerazzurro: “È un’altra vita, diversa dal campo. Volevo conoscere un nuovo aspetto del calcio e avere una visione più ampia. Mi piace molto questa cosa, mi sta arricchendo come persona e spero di lasciare la mia impronta anche come dirigente. Non ho mai sentito il desiderio di fare l’allenatore” conclude.
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