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Napoli, Zielinski double face: il dilemma di Ancelotti

Il polacco non sta convincendo: con un Fabian Ruiz in grande spolvero rischia di finire nelle retrovie

NAPOLI ZIELINSKI / Era stata l'arma 'segreta' del nuovo Napoli di Ancelotti: spostato a sinistra nel 4-4-2 pensato dal tecnico azzurro, Piotr Zielinski sembrava destinato alla definitiva consacrazione. Dopo anni da talento in rampa di lancio, questo doveva (e deve) essere quello dell'esplosione definitiva: a 24 anni, con qualità tecniche sotto gli occhi di tutti, l'ex Udinese e Empoli è chiamato al salto di qualità a livello mentale per poter essere considerato realmente un calciatore di prima fascia. In realtà nelle ultime settimane il suo apporto alla causa partenopea è via via calato, con Ancelotti che spesso – soprattutto nelle gare più prestigiose – gli ha preferito un Fabian Ruiz formato gigante. Per il polacco la concorrenza con lo spagnolo non è stata positiva: la dimostrazione a Genova sabato scorso quando, tornato titolare dopo la panchina in Champions, Zielinski è stato protagonista di un primo da horror, tanto che Ancelotti lo ha tirato fuori all'intervallo. 

Guardando le statistiche del calciatore di Ząbkowice Śląskie, ci si rende conto di quanto abbia perso di importanza nel progetto: dalla quasi certa titolarità (nelle prime undici partite soltanto una volta è partito dalla panchina) ad una turnazione molto accentuata con tre panchine nelle ultime cinque uscite stagionali. Da evidenziare poi come nelle gare più prestigiose, come quelle di Champions, Zielinski è spesso partito dalla panchina. Proprio le circostanze in cui il polacco riesce a dare il meglio di sé: cinque volte è subentrato e in tutte le occasioni il suo contributo è stato importante. Diverso invece il comportamento quando parte dal primo minuto: in più di un'occasione, la sua prestazione non è stata all'altezza. Del resto la media voto parla chiaro: 6,25 subentrato, 6 da titolare dove però ci sono picchi importanti come il 7,5 contro il Milan e il 4,5 contro la Sampdoria. Una tendenza che sembra confermare quanto il vero progresso di Zielinski debba essere di tipo motivazionale: per dare il meglio deve essere 'spronato', non certo il viatico migliore per la definitiva consacrazione. 

Bruno De Santis

Napoletano, giornalista professionista dal 2006. Il calcio prima di tutto: poco bravo con i piedi, un po' di più (si spera) con la penna.

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