ITALIA PROBLEMA PUNTA / L'Italia torna finalmente a sorridere. Contro la Polonia ritrova la vittoria dopo oltre un anno e, soprattutto, evita la retrocessione nella League B della Nations League. Un successo che torna a far respirare la truppa di Mancini, tornata in corsa anche per le Final Four anche molto dipenderà anche dal risultato del Portogallo nell'ultima sfida contro gli uomini di Brzęczek. Intanto, però, il selezionatore azzurro si gode uno spirito ed un gioco finalmente ritrovato da parte dei suoi.
Ieri sera la vittoria è arrivata solamente in pieno recupero grazie alla zampata sotto rete di Biraghi, ma prima l'Italia (oltre alle traverse di Jorginho e Insigne) aveva costruito almeno 3-4 nitide palle gol non sfruttate dai nostri avanti. Un problema che sta iniziando a farsi preoccupante: a questa squadra manca un finalizzatore, un giocatore in grado di tramutare le occasioni create. I numeri dell'era Mancini, fin qui, sono piuttosto preoccupanti: eccezion fatta per la sfida contro l'Arabia Saudita, la nostra nazionale non ha mai segnato più di una rete a partita. La fantasia non manca di certo a questa squadra e, anzi, la costante crescita di Bernardeschi e Chiesa, unita alla maturità che sta raggiungendo Insigne, lascia ben sperare. Ma si sente l'assenza di un bomber d'area di rigore, di quel grimaldello in grado di scardinare le difese avversarie.
Un problema non di poco conto che traspare in tutta la sua criticità solo andando a scorrere la classifica dei marcatori del nostro campionato. Tenendo in considerazione solamente le punte, nelle prime 20 posizioni sono presenti appena due giocatori: Immobile e Pavoletti. Ed il primo, numeri alla mano, sarebbe il candidato ideale per risolvere questo problema: la sua media realizzativa con la Lazio è stata strepitosa (0,75 gol a partita nell'anno solare 2018 ). Il problema sorge quando indossa la maglia azzurra: sono appena 7 i sigilli in 33 presenze. E ieri è arrivato il primo 'strappo': dopo averlo fatto scaldare per circa mezzora, Mancini ha deciso di mandare in campo Lasagna, lasciando lo stesso Immobile impietrito in panchina. La punta dell'Udinese, alla fine, si è rivelata decisiva con la sua spizzata che ha propiziato la rete decisida di Biraghi, ma stiamo parlando di un giocatore che non ha mai particolarmente brillato sotto porta: il record in carriera sono i 21 gol realizzati con l'Este nei Dilettanti. E dietro di lui la situazione non appare di certo più rosea: Belotti, Zaza e Balotelli hanno smarrito la vena realizzativa, mentre Gabbiadini e Pellé sono completamente usciti dai radar azzurri. Non è un caso se tutte le big del nostro campionato si sono affidate a dei bomber stranieri (Cristiano Ronaldo alla Juventus, Icardi all'Inter, Dzeko alla Roma e Higuain al Milan) e tutto ciò rischia di ripercuotersi negativamente sulla nostra nazionale. Gli unici barlumi di speranza portano dritti a due prospettivi di belle speranze come Patrick Cutrone e Pietro Pellegri: due ragazzi che hanno dimostrato di avere il gol nel sangue. Ma è anche vero che hanno ancora bisogno di crescere ed il rischio di bruciarli è alto. Un pericolo che questa nazionale non può permettersi di correre. A Mancini spetta il compito di preservarli e lanciarli al momento giusto.
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