SERIE A MONTELLA DI FRANCESCO MANCINI / L'effetto Cristiano Ronaldo porterà grandi benefici al campionato italiano. Lo ribadisce anche Vincenzo Montella, ex tecnico di Siviglia e Milan che ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport' ha fatto una panoramica sulla Serie A: “Credo che quest'anno si sia alzato ancora il livello. L'arrivo di Ronaldo ha aumentato la competitività con le altre che si sono rinforzate. Sarà un campionato sicuramente di livello più alto rispetto agli ultimi. Meno contatti in area per paura del Var? Le statistiche di preciso non le so, bisogna vedere anche quanto tempo si arriva in area. Secondo me si arriva un po' meno perché le difese sono molto più attente e preparate, però credo dipenda anche dal Var perché il difensore sa che non può giocare sporco e viene visto. Anche se credo che il Var abbia non cambiato, ma anche un po' migliorato la situazione. Per gli attaccanti è un po' meglio (sorride, ndr)”.
Montella, poi, prosegue: “Soprattutto nella prima fase credo le italiane se la giocheranno alla pari nelle coppe europee. La stessa Inter farà una prova all'altezza. La Roma non sta attraversando un periodo roseo, ma ci vuole inevitabilmente un tempo di adattamento quando cambi tanti giocatori. Di Francesco ha già dimostrato di saper reagire bene alle difficoltà. È il lavoro di un allenatore. Non posso conoscere tutte le dinamiche, però quando si cambiano tanti giocatori ci vuole un minimo di adattamento. Abbiamo visto che il campionato italiano è particolare, sono sicuro che dimostrerà il suo valore. Il Napoli? Sta trovando la sua identità, è più pragmatico. Poi i trofei si vincono anche con pragmatismo, non conta giocare sempre 100 all'ora. Intanto sta trovando risultati e credo dia sempre fastidio a tutti”.
Infine, un commento anche alle parole del commissario tecnico della Nazionale Roberto Mancini sui pochi italiani impiegati dalle squadre di Serie A: “All'allenatore di club viene chiesto il risultato subito, naturalmente per puntare sui giovani l'allenatore ha bisogno di tempo che non ha. Capisco Mancini, per lui devono giocare. Ma se non si mette un parametro per cui devono giocare giovani italiani, inevitabilmente l'allenatore va sulla squadra più pronta. Da allenatore penso che gli allenatori vogliano vincere e mettono in campo la formazione migliore. Per far giocare i giovani italiani con continuità, ci sarebbe bisogno di un vincolo imposto altrimenti l'allenatore fa giocare quelli più pronti”.
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