NAPOLI ANCELOTTI / Due vittorie più di cuore che di gioco, poi il tonfo clamoroso: contro la Sampdoria il Napoli ha messo in mostra tutti i limiti già palesati nel precampionato e nelle gare contro Lazio e Milan. Se nelle prime due uscite il cuore era stato sufficiente per ribaltare il risultato e portare a casa i tre punti, a 'Marassi' è arrivata una debacle che servirà ad Ancelotti per fare chiarezza e capire i punti sui quali lavorare. Diverse le difficoltà messe in mostra dalla squadra azzurra: approccio alla gara, ancora una volta, sbagliato, difesa da registrare, difficoltà in impostazione e qualche big decisamente fuori condizione.
APPROCCIO ALLA GARA – Al primo posto nei problemi del Napoli targato Ancelotti c'è quello dell'approccio alla gara: tre partite ufficiali e tre primi tempi praticamente gettati via. Contro la Lazio la squadra ha iniziato a giocare soltanto nel finale della prima frazione di gioco, contro il Milan il cambio di marcia si è avuto ad inizio ripresa ed anche la Sampdoria le cose migliori sono avvenute dopo l'intervallo. Un problema di testa, come rimarcato anche dallo stesso allenatore nel post gara, al quale porre immediatamente rimedio: impossibile continuare a regalare un tempo agli avversari e poi sperare nella rimonta. Già lo scorso anno il Napoli, pur in un campionato straordinario, aveva palesato problemi di mentalità (la gara di Firenze come esempio lampante) e Ancelotti dovrà toccare le corde giuste per caricare il gruppo fin dal fischio d'inizio.
TROPPI GOL PRESI – Il bunker dello scorso anno franato improvvisamente: sei gol presi nelle prime tre giornate di campionato, ai quali vanno aggiunti i nove delle tre amichevoli internazionali. Il Napoli ha evidentemente un problema di difesa: il sistema Sarri aveva contribuito ad esaltare le caratteristiche dei singoli, ora anche i migliori come Koulibaly, palesano evidenti difficoltà. Il problema non sta nei singoli ma nella disposizione tattica, nelle novità che Ancelotti sta provando ad introdurre e che hanno bisogno di tempo per essere assimilate. L'esempio arriva proprio dall'esperienza Sarri: nei tre anni il numero di gol presi ad inizio stagione è andato sempre decrescendo. Dai sei gol presi nelle prime tre giornate del 2015/2016 ai due subiti lo scorso anno.
HAMSIK/DIAWARA – L'addio di Jorginho ha lasciato un vuoto in mezzo al campo che Hamsik e Diawara finora non sono riusciti a colmare. Il capitano è stato spostato da Ancelotti al centro della mediana ma finora non ha convinto, soprattutto in fase di interdizione. Lì dove ieri sera ha fatto addirittura peggio il guineano: dopo un anno passato in panchina, l'ex Bologna è chiamato al riscatto ma alla prima occasione avuta ha fallito la chance, non riuscendo a fare filtro in fase di non possesso e nascondendosi in fase offensiva (è stato tra gli azzurri che hanno toccato meno volte palla).
PORTIERE – Sei gol subiti e praticamente zero parate fatte: il Napoli ha il poco invidiabile record di vedere in rete quasi tutti i tiri degli avversari che finiscono nello specchio della porta. Karnezis e Ospina hanno poche colpe nei gol presi, ma di certo non trasmettono sicurezza all'intera squadra. Il greco ha pagato il precampionato opaco, il colombiano, invece, nelle prime uscite ha mostrato qualche incertezza (tanti i rinvii sbagliati anche ieri) che non contribuiscono a trasmettere fiducia ai compagni. Si attende il ritorno di Meret ma non si può caricare tutto il peso su un 21enne di indubbia prospettiva ma con alle spalle poche presenze in Serie A.
INSIGNE – Il gol vittoria contro la Lazio aveva illuso, le gare contro Milan e Sampdoria hanno messo in luce il momento no del numero 24 azzurro. Già contro i rossoneri la prestazione di Insigne non aveva convinto appieno, contro i blucerchiati è arrivata una prestazione decisamente sottotono. I nuovi movimenti richiesti da Ancelotti agli esterni di attacco, accentrarsi con continuità per prendere palla tra le linee, non sembrano essere nelle corde di Insigne. Potrebbe esserci anche questo dietro qualche accenno di nervosismo mostrato ieri nei 45 minuti che Ancelotti gli ha concesso prima di sostituirlo all'intervallo.
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