JUVENTUS MILAN BUFFON / Le parole in conferenza stampa di Buffon prima di Juventus-Milan: “Sicuramente è stata un'annata emotivamente complicata, quello è innegabile, perchè è cominciata troppo presto per poter avere poi la forza di gestire con razionalità tutto quello che via via accadeva. Perchè è cominciata da novembre con una delusione che avrebbe ammazzato chiunque. Tant'è che anche recentemente, dopo qualche problemino che abbiamo avuto con la Juve di classifica, ogni mattina mi svegliavo, mi guardavo allo specchio e vedendomi in piedi mi dicevo: o sei la persona più forte del mondo, o sei la persona più infima e schifosa del mondo, perchè riuscire a stare ancora in piedi alla mattina con questa forza, non è da tutti dopo tutto quello che è accaduto quest'anno. Però non mi sono ancora risposto, devo capire ancora se sono più forte o più infimo. Valuteremo”.
TIMORE ZERO TITOLI – “Sì, nessuno regala niente e di semplice quest'anno non c'è stato niente. La sceneggiatura che sembrava tratteggiare quest'annata lasciava presagire un finale negativo. Le antenne sono sempre state molto dritte, ma dopo quello che è successo nelle ultime settimane siamo moderatamente fiduciosi e convinti ma sfido chiunque ad esserlo all'86' a San Siro”.
FORZA – “Quando sembriamo spacciati riusciamo a rialzarci come una squadra che ha sette vite. Il comun denominatore che ha distinto la Juve in questi sette anni non si è annacquato. Per me parleremo tra qualche giorno quando mi incontrerò con il presidente”.
FINALE – “Per la storia delle due squadre, con il Milan ho capito ben presto che non si parte mai favoriti, a partire dalla finale del 2003 di Manchester. Con il Milan le partite difficilmente finiscono al 90' perché regna un grande equilibrio: al di là dei valori tecnici sono gare in cui tutto si appiana. Anche domani mi immagino sarà la stessa cosa”.
COPPA ITALIA – “Il ricordo di una finale di coppa Italia è impolverato, si parla del '99. Il fatto di giocarlo da protagonista è ancora stimolante. A differenza di venti anni fa, il calcio è cambiato e non c'è più il ruolo del secondo portiere come era concepito una volta. Ora i secondi portieri una ventina di partite le fanno sempre perché sono grandi portieri che si abbinano ad un altro – spero- grande portiere”.
STANCHEZZA – “Non esiste in queste partite. La stanchezza sarebbe solo un alibi per cercare di gestire un possibile brutto risultato. La stanchezza che abbiamo noi è uguale a quella che ha il Milan”.
PORTIERI ITALIANI – “E' un discorso veramente lungo che richiederebbe dieci minuti. Donnarumma sarà il portiere di riferimento italiano ma dietro di lui c'è una scuola che spinge: Meret, Audero, Perin, le conferme di Sirigu e Viviano. Mi viene da pensare che la scuola dei portieri italiani sia ancora molto affidabile. Non significa che è la migliore nei singoli soggetti altrimenti le big non farebbero certe scelte, ma è ancora molto affidabile”.
NAZIONALE – “In questo momento non è un pensiero ricorrente. Alla vigilia di una finale di coppa Italia così importante non è una cosa alla quale ho pensato o sto pensando. Non ho accolto con piacere le polemiche per il disturbo a marzo. Ho impostato la vita su orgoglio e dignità: questo mi ha fatto fare anche errori m ci ho sempre messo la faccia. E' un pensiero, si ci pensa e se ne parlerà”.
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