LIVERPOOL ROMA CHAMPIONS LEAGUE PETRUZZI / Fabio Petruzzi, un passato da giocatore della Roma, ha parlato a Calciomercato.it della sua ex squadra e della partita di stasera Liverpool-Roma in Champions League.
Una bella Roma a Ferrara contro la Spal
“La squadra è partita bene, mi è piaciuta. Ho visto una Roma molto carica, volenterosa, che ha meritato la vittoria e si è proiettata positivamente in vista dell’incontro di Champions. Nonostante il turnover, le seconde linee sono scese in campo con la giusta convinzione, in particolare Gonalons mi ha colpito, con belle giocate in velocità, dimostrando una buona dose di determinazione.”
Stasera quale Roma si aspetta di vedere?
“Senza dubbio sarà molto importante tenere botta per i primi venti, venticinque minuti. Il Liverpool ha una forza strepitosa, soprattutto in casa, e gli uomini che ha lì davanti vanno a duemila. Se la Roma riescirà a contenerli allora potrà davvero fermarli.”
Come dovrà giocarsi la sfida di Anfield?
“Deve giocarsela a viso aperto senza avere più timore di nessuno, soprattutto dopo aver eliminato in quel modo una squadra come il Barcellona. Deve rispettare sempre l'avversario, il Liverpool è una grande squadra ma non deve avere paura. Quest'anno in coppa è comunque stato un successo.”
Come potrà Di Francesco arginare Momo Salah?
“I difensori della Roma lo conoscono e sanno cosa fare. Ma devono stare attenti, Salah va fermato andando a prenderlo alto, non devono farlo girare e farsi puntare. Se ti punta è talmente rapido che ti fa male. Quando serve va anche raddoppiato con molta intelligenza, così si può provare a bloccarlo.”
Ha un ricordo particolare della finale con il Liverpool dell'84?
“Io avevo 14 anni, ricordo che ho pianto tanto dopo, come tanti tifosi della Roma. Quella fu davvero un'annata strepitosa, ricordo benissimo le partite con il Göteborg e le semifinali con il Dundee United. Andavo sempre allo stadio in quel periodo. Ho pianto tanto per la delusione quell’anno e ora mi auguro di piangere per la felicità.”
Cosa è mancato alla Roma di campionato rispetto alla Roma di Champions?
“Alla Roma, detto chiaramente, sono mancati quei due mesi di brillantezza, tra dicembre e metà febbraio. Ha vissuto un periodo di appannamento, in cui aveva perso fiducia e si è allontana dalle prime della classe. È per questo che oggi, purtroppo, si trova a dover lottare per il terzo o quarto posto.”
Crede la Roma e la Lazio chiuderanno la stagione davanti all’Inter?
“Roma e Lazio lotteranno fino alla fine e in questo momento, ma come del resto anche per gran parte del campionato, hanno mostrato qualcosa in più. Credo anche che entrambe si meritino di raggiungere la Champions più dell’Inter. Che sta comunque facendo grandi cose, con una rosa inferiore rispetto alle altre due. Il campionato di Roma e Lazio sul piano del gioco è sicuramente di un altro livello.”
A Roma non si vince perché manca una certa mentalità?
“Sapere quale sia il motivo sarebbe bello ma al tempo stesso troppo facile. Certo, ne ha parlato anche Di Francesco prima della partita con il Barcellona. Diciamo che negli ultimi anni però, più che la mentalità, è mancata la continuità di squadra. La necessità di cedere giocatori importanti, come Salah, Benatia e Pjanic, non ha di certo aiutato. Mi auguro che con questo passaggio del turno e con le entrate importanti derivate dalla Champions si possano andare a prendere due o tre top player che possano far fare quel salto di qualità importante senza intaccare troppo la squadra che si è creata.”
Come ex difensore, cosa pensa della retroguardia della Roma?
“Credo che il reparto difensivo sia l’ultimo problema. Questa estate si dovrà lavorare davvero poco per sistemarlo, perché ha raggiunto stabilità e solidità confermandosi sia in campionato che in Champions. Fazio, Manolas ma anche lo stesso J.Jesus sono diventati affidabili e stanno facendo un’annata strepitosa, per non parlare del portiere che per me è il più forte al mondo. Se posso però dire la mia…”
Continui pure…
“Il centrocampo e il reparto offensivo andrebbero risistemati andando ad aggiungere quei tasselli mancanti. Bisognerebbe prendere uomini con personalità e abituati a vincere, perché forse alla Roma manca un po’ anche questo. Dare consigli? Monchi ha dimostrato già a Siviglia di essere in grado di fare ottimi acquisti e anche ora saprà dove andare a mettere le mani per rimanere competitivo il prossimo anno, sia in campionato che in coppa.”.
Che ricordi ha di Di Francesco?
“Io e Eusebio abbiamo giocato insieme nella Roma. Sembrava quasi più un dirigente, l’avrei visto bene in quel ruolo. Era una persona tranquilla, non il tipo da scherzi o battute nello spogliatoio. Metteva serietà in tutto quello che faceva da vero professionista, come fa oggi. Sono anni che non ci sentiamo, più o meno da quando le nostre strade lavorative si sono separate. È stato un piacere e un onore giocarci insieme e, quando ci siamo incontrati negli anni, naturalmente ci siamo scambiati i saluti. Eusebio si sta confermando un grandissimo allenatore. Ho visto parecchie partite del suo Sassuolo e ogni volta, nel gioco che mostrava la squadra, si notava l’impronta del tecnico. A Roma sta riconfermando le sue qualità, gli auguro di cuore di continuare con brillantezza la sua carriera.”
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