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Spal-Inter, Spalletti: “Rafinha? Pensavo peggio. Sì, Pastore…”

Le parole del tecnico nerazzurro alla vigilia del match

SPAL INTER SPALLETTI / La trasferta di Ferrara rappresenta per l'Inter la prima di una serie di sfide sulla carta più alla portata e che dovranno necessariamente dare la svolta al cammino dei nerazzurri, incappati in un brutto periodo di crisi iniziato dopo il 5-0 al Chievo ad inizio ottobre. In attesa di ulteriori novità dal mercato in questi ultimi giorni, il tecnico Luciano Spalletti fa il punto sulle news Inter in vista della gara con la Spal. Ecco le parole raccolte da Calciomercato.it.

CRISI – “Io sono sempre fiducioso. Ho visto dei miglioramenti. Ora conosco i miei giocatori e so che posso stare tranquillo. Vedo sempre molta applicazione, molta disponibilità. Mi sembra di vedere anche una maturazione in base a quello che è il percorso che dobbiamo fare per arrivare in fondo. Questo è fondamentale perché dobbiamo fare punti. Prima mi dicevate che bisognava continuare a vincere, ora bisogna tornare a vincere. E bisogna usare qualità differenti. Poi la forza mentale che hanno questi calciatori è indubbia per cui sono fiducioso”.

DALBERT – “Perché non sfonda? Io gli ho preferito altri calciatori e non è colpa sua, ma mia. Le sue qualità sono indubbie. Venendo a giocare in un altro Paese deve capire delle usanze, c'è da fare delle esperienze. Lui diventerà un buonissimo calciatore che potrà far vedere tutte le sue qualità. Non vuol dire che se uno si paga molto poi deve essere molto buono. Su di lui si può avere delle aspettative perché noi ci crediamo e non lo mandiamo via, lo vogliamo usare noi”.

RAMIRES – “L'allenatore bravo non è quello che piace, ma quello che fa fare cose che piacciono ai calciatori. L'essenziale è che io faccia cose fatte bene per i calciatori, sono loro che danno le valutazioni. Poi è chiaro che è un mercato difficile per qualsiasi società, ci sono dei limiti e delle barriere alle quali non possiamo andare di là per cui bisogna saper usare bene il materiale che abbiamo a disposizione e noi ne abbiamo, per cui la differenza non la fare sempre quello che ci manca, ma quello che abbiamo e già c'è. Secondo me sotto questo aspetto qualcosa di meglio io devo cercare di fare”.

RAFINHA – “Mentre Lisandro ho già detto che è un calciatore abbastanza definito perché si vede che è un centrale di quelli che conoscono il proprio ruolo come le proprie tasche, già comanda tutti i compagni, prende decisioni e si sente dentro quello che è il clima dove bisogna riuscire a respirarci dentro essendo un giocatore dell'Inter. Rafinha è uno che si può usare da più parti perché ha quella qualità nello stretto necessaria, lui in questo è perfetto per cui può giocare esterno, centrocampista offensivo, trequartista dove sta più comodo di tutti. Però è uno che conosce il calcio e diventa tutto abbastanza semplice. Abbiamo preso un calciatore forte, deve mettere solo a posto questa condizione fisica però mi aspettavo peggio. L'ho visto pronto, reattivo e qualitativo”.

CORSA CHAMPIONS – “Secondo me farà la differenza l'insistenza sul lavorare e sul modo di fare, la ricerca dell'avere in base a cosa proponi. C'è uno slogan che dice “per avere devi fare e per fare devi essere” per cui si tratta di mettersi ogni giorno nelle condizioni di proporre cose che ti diano risultato e risposta”.

NAGATOMO – “Nagatomo è da molti anni che è qui e tutti dicono la stessa cosa di lui: che è una persona splendida e un professionista eccezionale. Io ed i compagni diciamo la stessa cosa. In questo momento qui ho tre o quattro che possono giocare nel suo ruolo, ogni tanto le scelte le faccio corrette e ogni tanto le faccio sbagliate. Prima mi chiedevano perché non gioca Dalbert, qui è la stessa cosa. Cancelo è lo stesso ruolo, Santon quando l'ho fatto giocare è stato detto meno male che l'ho recuperato. Dico che Nagatomo è un buon calciatore e io spero di sbagliare meno da qui in avanti nella scelta di chi gioca lì, se per lei ho sbagliato. Per quanto riguarda il futuro, Nagatomo comincia ad essere un calciatore maturo per cui bisogna parlarci per capire le sue volontà. Mi dispiace però non posso promettergli niente. Io in base a quello che vedo in settimana poi scelgo, per cui mi sembra di aver risposta. Del mercato se ne occupano i direttori. Mi sembra che sia nel momento in cui le sue intenzioni sono quelle che se gli presenta una squadra in cui gli assicurano di giocare, lui può andare. Ambisce alla nazionale, anch'io ambisco alla Nazionale. Dopo l'Inter, è la mia prima ambizione e io devo far bene perché per ambire alla Nazionale devo far bene e far giocare chi mi può far vincere le partite”. 

PASTORE – “Lui sicuramente è un grande calciatore, io non vado ad interferire su trattative e mercato. Sicuramente ne vengo a conoscenza, basta andar su internet. Lui è uno di quelli di cui abbiamo parlato, però abbiamo parlato anche di altre situazioni senza perdere di vista chi abbiamo già. Con questo fatto del mercato a volte si rischia di lasciare un po' indietro l'importanza di quei calciatori che ci hanno portato fino a questo punto e ci hanno creato delle possibilità perché noi siamo a giocarci l'alta classifica con squadre forti. Questo fatto dell'attenzione su chi verrà che ci metterà a posto mi garba poco perché si butta via un percorso fatto del quale noi abbiamo ancora bisogno per dare seguito a questa classifica e di conseguenza… Il pastore comunque è importante, è quello che mantiene unito il gregge”.

PINAMONTI – “Vanheusden, nonostante sia giovane, è un calciatore forte. L'avessi avuto a disposizione non avrei esitato ad usarlo. Noi ci si aspetta tutti che guarisca. Per quanto riguarda Pinamonti, che mi è venuto a chiedere un consiglio, se andasse via da qui bisogna trovargli una situazione dove gli garantiscono di giocare perché lui ha bisogno di giocare”.

Lorenzo Polimanti

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