COLLARI D'ORO INFATINO / AGGIORNAMENTO ORE 13.56 – Al termine della cerimonia, poi, Infantino si è soffermato ai microfoni dei cronisti presenti tra cui quello di Calciomercato.it: “Se con la Var si è eliminata la cultura del sospetto? Questa è una malattia veramente molto italiana ma che non esiste. La Var è una macchina bellissima che dà più giustizia e trasparenza al calcio. Gli darei un nove dopo le prime due giornate. Bisogna guardare le decisioni che vengono prese grazie alla Var e alla fine sono decisioni giuste. Gli errori ci saranno sempre quando ci sono gli esseri umani, l'importante è evitare quelli clamorosi e gravi, e con la Var si evitano al 100%. Nel 2017, quando in pochi secondi tutti gli spettatori sanno se l’arbitro ha commesso un errore e l’unico che non lo sa è l’arbitro stesso perché glielo proibiamo noi, dobbiamo cambiare e il lavoro che si sta facendo in Italia è all’avanguardia, è eccellente. Ovviamene bisogna applicare la Var per i casi chiari e non per tutte le interpretazioni. L'Italia ripescata al Mondiale? Bisogna qualificarsi sul campo. In fatto che non vada al Mondiale è per tutti gli italiani una tragedia, sportivamente parlando, ma deve essere uno stimolo. Bisogna imparare dalle sconfitte, rimboccandosi le maniche e lavorando, e gli italiani sicuramente lo sanno fare come hanno sempre dimostrato. Bisogna passare dalle parole ai fatti, serve riformare, rinnovare, andare alla radice dei problemi per fare meglio in futuro. Le elezioni della Figc? La governance è importantissima, ovvio, bisogna che chi dirige il calcio italiano abbia la possibilità di prendere decisioni, di incidere nel movimento. Lo sappiamo tutti cosa va fatto in Italia, da anni si parla degli stadi, dei movimenti giovanili, della formazione. Bisogna trarre spunto da questa sconfitta per tornare ai vertici”.
ORE 12.40 – Nel corso della consegna dei Collari d'Oro del Coni, il presidente della FIFA Gianni Infatino ha dichiarato: “Come sta andando il Var? Benissimo, anche grazie all'Italia. Il mondiale senza l'Italia è tragico. Dobbiamo lavorare, riformare e riportare l'Italia sul tetto del mondo anche nel calcio. E' un grande onore essere qui, noi dirigenti dobbiamo preparare la scena per far brillare gli atleti. Siamo orgogliosi di essere italiani e di questi fantastici campioni di oggi e di ieri”.
Dall'inviato Andrea Corti
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