SPORTING LISBONA JUVENTUS CHAMPIONS LEAGUE / Dolcetto o scherzetto? Senza dubbio ieri sera la Juventus contro lo Sporting Clube de Portugal, ha preferito lo scherzetto, autoinflitto sia chiaro. Il risultato non è stato del tutto tragico, in luce anche del pareggio tra Olympiacos e Barcellona, che ha lasciato la classifica del girone invariata, ma quello che è mancato è stato il gioco che gli uomini di Allegri sanno presentare. Serata e compleanno, 120 anni oggi, dal sapore agrodolce per la Juventus che è riuscita a riacciuffare un risultato che sembrava essere quasi volato via, dopo il vantaggio portoghese del primo tempo.
Lo Sporting ha sicuramente qualità di palleggio e organizzazione difensiva però priva di importanti individualità, al contrario della squadra italiana arricchita nelle ultime sessioni di calciomercato, eppure per quasi un'ora di gioco è stato in grado di dare fastidio alla Juventus. Cosa sta mancando quindi ai bianconeri in questa Champions League? Anche in Europa come in campionato, faticano a trovare un giusto equilibrio, intervallando ottime prestazioni a partite da dimeticare. Dopo la vittoria di sabato pomeriggio con il Milan i presupposti per vedere una Juve arrembante e cattiva c'erano tutti ma così non è stato. A Lisbona è mancato il giusto approccio mentale, durante il primo tempo quasi tutti i giocatori juventini sembravano annebbiati, sotto l'effetto di chissà quale incantesimo.
Errori di qualsiasi tipo, troppe palle perse in ripartenza, passaggi facili non andati a buoni fine, lanci lunghi ritardati e tiri improponibili da fuori area, non degni di una squadra che ha negli inserimenti tra le linee, nei cambi di gioco e nel giusto raccordo tra centrocampo e attacco la sua arma vincente. Certo il pareggio con lo Sporting non va visto in maniera tragica ma impensierisce non poco il cammino europeo. Basti pensare che la Juventus ha concluso lo scorso anno la fase a gironi con 4 vittorie, 2 pareggi e zero sconfitte mentre ora ha raccolto già una sconfitta, accompagnata da due successi ed un pari.
La squadra di Allegri dovrà infatti cercare di chiudere il discorso qualificazione contro il Barcellona in casa, per poter vivere più serenamente la partita con l'Olympiacos che si troverà tra due importanti scontri di campionato (Napoli e Inter). Nonostante le due vittorie già conquistate in Champions, quello che è sempre più palese è come la Juventus scenda in campo quasi con troppa leggerezza, magari anche non volontariamente, complicandosi quindi la vita da sola. Ieri i bianconeri hanno staccato la spina ancora prima di entrare, non giocando da squadra, con individualità troppo intestardite a risolvere la partita in solitaria senza portare avanti un giusto percorso di crescita che arrivati a questo punto ogni squadra dovrebbe aver fatto.
Soprattutto non può essere giustificabile che una formazione di questo calibro inizi a dare un senso alla partita soltanto dopo aver subito passivamente per buona parte del match. Come ha dichiarato lo stesso Allegri nel post partita : “Per iniziare a giocare dobbiamo prenderci paura”. Risalta all'occhio in questo momento poco positivo anche come la fase difensiva, e per difensiva non si si intende solo il reparto davanti a Buffon ma anche il centrocampo, non riesca ad essere convinta ed organizzata, quel muro invalicabile che nella fase a gironi delle tre scorse edizioni ha preso in totale solo 9 gol (4 nell'edizione 2014/2015, 3 nel 2015/2016 e solamente 2 nel 2016/2017) al contrario dei 5 già incassati.
La Juventus ha quindi tutto nelle proprie mani, è l'artefice del suo destino. Sta a lei tirare fuori il carattere che l'ha resta tra le migliori squadre d'Europa negli ultimi anni. Ad oggi la Juventus deve avere paura solo di sé stessa.
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