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Napoli celebra Maradona: i 57 anni dell’uomo che cambiò il calcio

‘El Pibe de Oro’ argentino celebrato nel giorno del suo compleanno dalla città di cui è il re

NAPOLI MARADONA ARGENTINA / Il 30 ottobre non è un giorno qualunque, almeno a Napoli ed in Argentina. Quest'oggi, nel 1960, venne al mondo Diego Armando Maradona, ancora festeggiato dalla città che lo ha adottato oltre 30 anni dopo ed universalmente riconosciuto dalla maggior parte degli appassionati di calcio come il miglior giocatore di tutti i tempi. In rete, oggi spopola il suo hashtag e ovviamente non possono mancare gli auguri dalla città che in Italia l'ha reso celebre. Il suo nome è noto perfino a chi di pallone non ne sa niente, le vicende sportive ed anche umane del 'Pibe de Oro' hanno spesso fatto parlare l'opinione pubblica, nel bene e nel male. Ma Maradona continua comunque ad avere milioni di tifosi nel mondo, grazie anche alle sue apparizioni in grado di alimentarne costantemente il mito. Si va da semplici messaggi sui social network ad apparizioni ad hoc. Napoli ha avuto modo di riabbracciarlo in tempi recenti con qualche ritorno in pompa magna in città ed anche uno spettacolo teatrale a lui dedicato.

'El Diez' cominciò nell'Argentinos Juniors a 10 anni nel 1970, esordendo in prima squadra nel '76 per poi passare al Boca Juniors nel 1981/82 e da qui al Barcellona subito dopo i Mondiali di Spagna. E due anni dopo l'esperienza per certi versi turbolenta in blaugrana, Maradona divenne azzurro grazie anche ad un blitz di calciomercato più volte narrato con i crismi della leggenda dall'ex presidente del Napoli, Corrado Ferlaino. La società campana ai tempi riuscì a chiudere l'affare pur non avendo la liquidità necessaria, saldando il pagamento di 13 miliardi e mezzo di lire richiesto in un secondo momento. E Maradona divenne subito molto più che un grande colpo di mercato. Non fu solo un giocatore, di sicuro non era come tutti gli altri. L'argentino riuscì ad imporsi come leader tecnico e carismatico del Napoli, in un gruppo che presto si mise a sua totale disposizione.

Napoli, Hamsik vuole imitare Maradona

Ed i trionfi finalmente arrivarono, dopo che per decenni a Napoli le velleità di vittoria erano cozzate solamente con buoni, talvolta buonissimi piazzamenti in campionato, e qualche sporadico successo (due Coppe Italia negli anni '60 e '70). Ma non è solo per questo che Maradona è considerato il re di Napoli: gli abitanti del capoluogo campano non hanno mai dimenticato le sue parole rilasciate nell'estate del 1984, quando all'arrivo in città Maradona disse: “Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono quel che ero io a Buenos Aires”. Se sportivamente 'El Pibe de Oro' fu decisivo per la conquista di due scudetti, una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana oltre che di una Coppa UEFA, la conquista più grande Maradona l'ha raggiunta fuori dal campo, ottenendo una immortalità che durerà probabilmente per sempre.

La gente non lo ha mai dimenticato, nemmeno dopo il suo polemico addio al Napoli nel marzo del 1991, in seguito alla positività per cocaina ad un controllo antidoping. I 115 gol in 259 partite ufficiali con la maglia azzurra, i successi sul campo e soprattutto l'amore dimostrato ai napoletani resteranno per sempre nell'immaginario collettivo della città. Con altre squadre Maradona vanta altri 4 trofei in totale, e spicca poi il Mondiale di Messico 1986 con l'Argentina, in cui si consacrò alla storia con il gol più bello di sempre, segnato contro l'Inghilterra in finale, assieme al tocco di mano ('la mano de Dios') che pure contribuì a fare di Maradona un mito vivente. Intanto, tra alti e bassi, Hamsik segue proprio Maradona nella classifica dei goleador del Napoli di tutti i tempi, sperando di poterlo emulare almeno nei numeri e, alla fine, in una vittoria, quello scudetto ancora inseguito e che manca dai tempi di Diego.

Salvatore Lavino

Antonio Papa

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