SERIE A KARSDORP CROCIATO INFORTUNIO BERTELLI – Quello di Rick Karsdorp della Roma è solo l'ultimo dei tanti infortuni gravi alle ginocchia che stanno falcidiando le squadre di serie A. In queste dieci giornate, sono già sei i calciatori che si sono procurati la rottura dei legamenti crociati: il primo in ordine di tempo ad essersi fermato è stato Andrea Conti del Milan. A seguire Marco Tumminello, prodotto del settore giovanile della Roma in prestito al Crotone, e Zinho Vanheusden dell'Inter. Subito dopo c'è stato il nuovo problema di Arek Milik del Napoli, che già lo scorso anno si ruppe il crociato ma del ginocchio sinistro. Infine, prima di Karsdorp, è arrivato anche lo stop per Timo Letschert del Sassuolo. Davvero tanti infortuni e tutti importanti. Per analizzare meglio questa delicata situazione, abbiamo chiesto un parere al Dottor Roberto Bertelli, coordinatore della chirurgia del ginocchio presso l'Unità Operativa Complessa, diretta dal Prof. Carlo Impallomeni, dell'ospedale 'Santa Maria della Scaletta' di Imola.
Quanto incidono i programmi di preparazione per una una stagione come quella dei club di serie A, che prevede 50 partite circa, nei casi di infortuni di questo tipo?
“I programmi di preparazione atletica sono importantissimi per ridurre il rischio di lesioni capsulo legamentose del ginocchio – spiega Bertelli a Calciomercato.it – Un buon tono muscolare ed un allenamento della propriocettività articolare aiutano a ridurre le coseguenze di continue sollecitazioni anche traumatiche come quelle che occorrono in un campionato così lungo e competitivo come quello di serie A. In questa visione, gli allenamenti devono essere personalizzati rispettando le caratteristiche fisiche dell'atleta, devono mirare al recupero della fatica muscolare, e quindi devono essere attentamente pianificati e correttamente eseguiti dall'atleta stesso. Da ciò ne deriva che i programmi di preparazione per una stagione sportiva come quella dei club di serie A siano fondamentali ed incidano molto sugli infortuni che si presentano durante la stagione. In quest'ottica è fondamentale anche eseguire un corretto turn over dell'atleta“.
Quali sono i tempi di recupero?
“Dopo la ricostruzione di un legamento crociato anteriore variano tra i quattro ed i cinque mesi, anche in considerazione della tecnica utilizzata per la ricostruzione stessa. Alcuni atleti, però, necessitano di recuperi più lunghi per recuperare la propriocettività articolare e la fiducia nella tenuta del ginocchio. Fanno eccezione i recuperi lampo di alcuni atleti, per ricordarne uno su tutti, Roberto Baggio nel 2002 che rientrò in campo in 81 giorni. Questi recuperi, per quanto possibili, sono esposti ad un maggior numero di complicanze e rirotture, come successo per esempio a Giuseppe Rossi“.
Non è ancora chiaro quando il calciatore della Roma si sia procurato l'infortunio al ginocchio, visto che è stato sostituito al minuto 82 della sfida col Crotone e nell'interviste post gara non ha fatto minimamente cenno ad alcun tipo di problema. Anzi, ha espresso ai microfoni e sui social, tutta la sua gioia per l'esordio da titolare con la sua nuova squadra. Cosa che accadde anche nel dicembre 2008 a Gennaro Gattuso: l'allora centrocampista del Milan si ruppe il crociato al 4', ma giocò l'intera partita senza sentire alcun tipo di fastidio. “La lesione di un crociato anteriore può permettere il prosieguo del gioco qualora la lesione sia subtotale, e quindi incompleta anatomicamente, e non causi la lesione immediata dell'arteria che apporta sangue al legamento – le parole del Dottor Bertelli, presente nello staff che operò Cabrini nell'ultimo anno della sua esperienza a Bologna, oltre a numerosi altri calciatori – Questo evita il formarsi di un emartro molto doloroso che gonfiando l'articolazione ne impedisce i movimenti. Altro fattore importante è la concomitanza di lesioni meniscali, complete o a manico di secchio, che causano a loro volta blocchi articolari che impediscono di continuare il gioco. Appena occorso il trauma, il dolore può essere sopportato nel caso di lesione subtotale anche a causa della presenza di endorfine prodotte dallo sforzo, ormoni simili alla morfina che attenuano il dolore”.
Infine, abbiamo chiesto all'esperto il perché delle ricadute nello stesso tipo di infortunio, come successo ad Alessandro Florenzi della Roma e a Giuseppe Rossi: “Le rirotture del legamento crociato anteriore già ricostruito, possono essere causate da molteplici fattori tra cui una ripresa troppo anticipata del gioco senza un adeguato periodo di allenamenti mirati, una fatica muscolare occorsa durante il gioco per fattori esterni (tempi supplementari, qualità dei campi da gioco). Oppure, banalmente, da un trauma distorisvo simile a quello precedente”, ha concluso il Dottor Bertelli a Calciomercato.it..
Si ringrazia per la disponibilità il Prof. Carlo Impallomeni, il Dottor Roberto Bertelli e il Dottor Antonio Vilardi
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