Inter, ci risiamo: ritiro ‘a pezzi’. Nessun gesto della squadra

Prima amichevole ‘inutile’ per Spalletti: i big non arriveranno prima di lunedì

RITIRO INTER / L'ultima news Inter di rilievo risale alle 20.15 di ieri, con la pubblicazione da parte della società nerazzurra dell'elenco ufficiale dei primi convocati per il ritiro di Riscone di Brunico che scatterà oggi per terminare domenica 16 luglio. Tra i 25 molti giovanissimi, compreso l'ultimo acquisto Odgaard, mentre non figurano alcuni dei giocatori che a giugno sono stati impegnati con le rispettive Nazionali – da Candreva a Perisic passando per Brozovic fino a Eder che si aggregheranno da lunedì – e Gabigol. L'assenza del brasiliano è legata esclusivamente a ragioni di calciomercato: mister Spalletti non ha alcuna intenzione di puntarci e il club di corso Vittorio Emanuele è da tempo in cerca di una squadra pronta ad accoglierlo con la formula del prestito. Al momento è sfida a quattro tra Porto, Besiktas, Stoccarda e Fenerbahçe. Fra le pretendenti non c'è più il Las Palmas perché, come svelato dal suo presidente, il club spagnolo ha ormai 'bloccato' un altro attaccante.

Inter, ritiro a scaglioni: 'colpevoli' società e giocatori

I Nazionali raggiungeranno la Val Pusteria solo all'inizio della prossima settimana e questo ci conduce a due polemici interrogativi: il primo, perché come l'anno scorso è stato programmato un ritiro a 'scaglioni' quando dal punto di vista tecnico (già domenica contro gli austriaci del Wattens la prima amichevole, ndr) e organizzativo, nonché per rispetto verso quei tifosi che andranno a Brunico per incontrare i propri beniamini, sarebbe stato meglio farlo partire direttamente il 10 luglio o qualche giorno più tardi? Secondo: se la data del 6 luglio era così improcrastinabile, allora perché Sabatini o chi per lui non ha provato a chiedere ai Nazionali una riduzione dei giorni di vacanza? Un eventuale ok a un comunque piccolo 'taglio' delle ferie sarebbe stato un gesto molto apprezzabile considerata l'ultima fallimentare stagione, ma anche una prova di forza di una società che ad oggi è ancora troppo distante sotto tanti aspetti da quella, restando in Italia, dell'odiata Juventus.