Nell'estate del 2009 Julio Ricardo Cruz decise di lasciare l'Inter dopo sei stagioni. 'El Jardinero' era una delle mie 'bestie nere' al fantacalcio, ma non smetterò mai di ringraziarlo per quella scelta. Al tempo muovevo i miei primi passi nel mondo del giornalismo sportivo. Quando in redazione mi chiesero di mettermi in contatto con l'agente dell'attaccante argentino, la mia anima venne travolta da una tempesta di emozioni e ben presto l'entusiastica esuberanza dovette lasciare spazio all'ansia. Stavamo parlando di Jorge Cyterszpiler, un autentico mostro sacro, l'artefice principale dell'arrivo in Italia di Diego Armando Maradona. “Questo mi attaccherà in faccia” era il pensiero più ottimistico che albergava nella mia mente, ma la storia prese una piega del tutto diversa. “Hola Daniel, nessun disturbo. Dimmi tutto”. Jorge aveva tutto il diritto di tirarsela, invece con un atteggiamento semplice e umile mi condusse nella per me sconosciuta jungla delle esclusive.
Allora gettammo le basi per un rapporto amichevole, basato sulla fiducia e il rispetto, che non è mai venuto meno nel corso degli anni. Delle tante trasferte milanesi per il calciomercato, uno dei ricordi più nitidi rimarrà per sempre l'incontro con Jorge. Io e il mio collega Alessio Lento lo bloccammo poco prima di uscire dall'albergo, dopo una lunga giornata di lavoro. Una semplice stretta di mano poteva bastare, invece rimase a chiacchierare con noi per qualche minuto. Il giorno dopo mi scrisse, chiedendomi scusa perché si era scordato di lasciarmi la penna personalizzata della sua agenzia, portata appositamente a Milano in occasione di uno dei primi 'Wyscout Forum'. Un gesto immenso nella sua semplicità, che rimarrà indelebile nella mia memoria. Mi piacerebbe chiamarti anche oggi e sentire ancora il tuo: “sto bene, ringraziando sempre Dio”. Buon viaggio Jorge e grazie di tutto.
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