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Real Madrid-Napoli, Sarri: “Quante caz…, sfida impossibile! Guardiola ha fatto danni”

Le parole del tecnico azzurro alla vigilia della sfida Champions

REAL MADRID NAPOLI CONFERENZA SARRI / Si alza la tensione, cresce l'ansia: il Napoli è pronto alla sfida del 'Bernabeu'. Gli azzurri sono arrivati questo pomeriggio a Madrid, accompagnati dall'entusiasmo dei tifosi sia alla partenza che all'arrivo. Come di consueto Maurizio Sarri ha risposto alle domande sulle news Napoli nella conferenza stampa della vigilia della partita con il Real: Calciomercato.it ha seguito le sue dichiarazioni in diretta. 

Prima di intervenire in conferenza, Sarri ha parlato a 'Premium Sport': “Il nostro pubblico è in grado di emozionare, di darci una spinta sempre e comunque. Da quando sono qui io ci ha sempre aiutato, anche quando non c'erano i risultati. E' un pubblico che può darci tanto”. 

SFIDA REAL –  “Su questa partita sento dire tante cazzate: giochiamo contro i campioni del mondo, campioni d'Europa. Dal punto di vista razionale è una partita impossibile. Siamo qui per vedere quale è il punto della nostra crescita. Sento dire cose diverse, ma la realtà è questa. Sono convinto che i miei tireranno fuori il 100%, vediamo a cosa corrisponde”. 

ZIDANE “I complimenti di Zidane fanno piacere, ma non cambia le cose. Lui ha la fortuna e la bravura di allenare questo club, una squadra che può passare anche momenti difficoltà ma che poi viene a capo del match per la straripante qualità di tutti i loro singoli. Per questo la partita sarà pericolossisima anche quando sembrerà che avremo noi il pallino del gioco”. 

BERNABEU – “Insigne è voluto venire lui. Sono contrario a fare l'allenamento il giorno prima della partita, lui ha espresso questo desiderio e se si sente sereno così è giusto che venga. Lo stadio è affascinante, pieno di storia, pieno di trofei, ma penso anche ai miei che vanno in campo stabilmente al 'San Paolo' che non è proprio piccolo e non è che non si sente la forza del pubblico. Da questo punto di vista credo che siamo pronti. A noi serve la personalità di venire a giocare contro i campioni del mondo, nello stadio più importante del mondo e cercando di imporre il nostro calcio sapendo che forse non basterà. Se veniamo timorosi sarà tutto più difficile. Dal punto di vista della mentalità mi sembra in crescito. Foto? Non le ho volute neanche al mio matrimonio. Voglio ricordi solo dentro la mia testa, quelli visivi non mi interessano”. 

Real Madrid-Napoli, la conferenza di Sarri

FACCIA TOSTA – “E'indispensabile. Rischiamo in tutti i casi, ma fare una partita timorosa sarebbe controproducente. Serve la follia di venire qui a giocare il nostro calcio, sapendo che giochiamo contro il Real Madrid che ha vinto tutto quello che si può vincere. Per noi è importante arrivare a vedere a che punto siamo nei confronti delle squadre top a livello mondiale. La prima considerazione che deve fare la squadra è che è molto bello venire a giocare al 'Bernabeu'”. 

FORMAZIONE – “L'unico dubbio è se giocare a tre o quattro punte (ride, ndr). Non ho nessun dubbio, facciamo giocare la formazione che ritengo più offensiva possibile ma che mi garantisca una gamba per difendere in maniera buona. Non è che cambiando due uomini diventiamo capaci di abbassarci e difendere nella nostra area. Quindi andiamo dentro con la formazione più offensiva possibile”. 

FINALE MONDIALE 1982 – “Ricordo una cena a base di pesce strepitosa davanti alla televisione e mi è rimasta più impressa quella che la vittoria, nonostante la grande soddisfazione. E' bello giocare qui, è uno stadio clamorosamente importante ma ci arrivo con un percorso lungo e razionato che smorza a livello emozionale”. 

DIFESA REAL – “Non sulle riconquiste non palleggiamo mai, ma giochiamo quasi sempre in verticale e in quello siamo diventati bravi. Troviamo una squadra che a livello di ripartenze è la più forte del mondo e quindi dobbiamo essere straordinari nella ricomposizione sulle palle perse”. 

CARRIERA – “Per me è gratificante essere partito dal basso, è stato formativo perché in certe categorie vedi di tutto e di più e cresci in maniera parallela a tutte le esperienze che qualche volta sono state gratificanti e altre no. E' un percorso che dovrebbe essere fatto da tutti, poi ci sono le grandi eccezioni ma sicuramente Guardiola, per me il più grande allenatore attuale, ha fatto dei danni: la sua buona esperienza ha invogliato le società a dare la panchina a chi è senza esperienza e allenatori giovani, potenzialmente bravi, sono stati bruciati. Non parlo di nessuno di particolare, esistono le eccezioni”. 

FATTORE CAMPO – “Può influire. Abbiamo fatto anche trasferte difficili come in Turchia contro il Besiktas. Possiamo fare bene sia in trasferta che in casa. In Champions in casa le tre partite non fanno proprio testo: contro il Besiktas abbiamo fatto errori grossolani, con la Dinamo siamo stati influenzati dal risultato dell'altra partita, è stato un nostro errore. Sento tanti discorsi su questo stadio, ma il suo prestigio deriva dal fatto che ci gioca una squadra che è sempre stata forte e quindi ci perdevano quasi tutti. E' normale che poi nasca questo alone mistico ma deriva dal fatto che il Real è una grande squadra e in casa ha quasi sempre vinto”. 

PREPARAZIONE – “Non c'è stato nessun aspetto curato più di altri. Il tempo era breve, abbiamo provato a curare tutto il possibile, sapendo che contro il talento non ci sono grandi antidoti, altrimenti Maradona non sarebbe esistito, Pelè pure e oggi non esisterebbe Cristiano Ronaldo. Si può provare a limitare ma alla fine il talento decide le partite ed è bello che sia così. Questa squadra la puoi studiare quanto vuoi, ma ha talenti che possono decidere le partite in qualsiasi momento”.

DISCORSO ALLA SQUADRA – “Ho detto di avere la sensazione di una squadra che sta crescendo come mentalità, altrimenti una striscia di tre mesi e mezzo non la puoi fare”.  

MARADONA – “Non l'abbiamo ancora visto, spero che possa trovare il tempo di fare due parole con la squadra perché sarebbe benzina. Mi ritengo fortunato ad essere qui, mettiamo che 50 sono stato fortunato e 50 me lo sono conquistato anno dopo anno. C'è chi domani sera va a fare un turno in fabbrica, certo che mi ritengo molto fortunato”. 

 

 

Bruno De Santis

Napoletano, giornalista professionista dal 2006. Il calcio prima di tutto: poco bravo con i piedi, un po' di più (si spera) con la penna.

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