SERIE A LIPPI JUVENTUS CONTE ALLEGRI / MILANO – Juve e Napoli, ma non solo. Marcello Lippi, ex Ct dell'Italia campione del mondo nel 2006, si racconta e fa il punto sulle ultime news Serie A ai microfoni di 'Tiki Taka': “Il giorno più bello della mia vita è stato il 9 luglio 2006 (la finale del mondiale vinto, ndr). Lo scudetto? Se la giocheranno fino in fondo e vedremo chi sarà più bravo tra Juventus e Napoli. Forse anche la Roma. Il Napoli ha una garanzia che è Higuain. Ha avuto un leggero calo, ma ora è in ripresa”.
RINASCITA JUVE – “La compattezza della squadra e l'unità d'intenti sono il segreto della Juve. Basta vedere la corsa di 80 metri di Mandzukic. Ma non solo lui. Poi la forza del portiere, la forza dei difensori… Compattezza di squadra significa che quando è necessario, non sempre, anche gli attaccanti corrono dietro gli avversari. Non deve sorprendere la compattezza della Juve, ma non solo loro. Se a Balotelli farebbe bene vedere il video di Mandzukic? Probabilmente sì, ma non conosco le sue abitudini e non so di cosa ha bisogno”.
CONTE E ALLEGRI – “Una volta Conte, da giocatore, venne nello spogliatoio e mi disse che provando a dribblare un avversario aveva perso palla e Zidane aveva rincorso l'avversario per recuperare. Lo aveva sconvolto. Allegri? E' una persona molto intelligente, molto saggia. Non è un duro, ama il dialogo. Scherzando ho detto che la Juve quest'anno dopo 4 scudetti vinti ha dato un girone di vantaggio a tutti e nessuno ne ha approfittato. Nessuno si aspettava le 17 vittorie consecutive della Juve, come si poteva pensare una cosa del genere? Grande merito di Max e dei campioni che hanno fatto gruppo. Conte era un trascinatore ed è diventato un trascinatore anche da allenatore. Trasmette carica non solo psicologica, ma anche organizzazione di gioco. E' diventato molto bravo, uno dei migliori. Allenare con un solo anno di contratto? Il contratto non è mai un problema. Prima di andare alla Juventus ho sempre fatto un contratto di un solo anno”.
ZIDANE – “Se me lo aspettavo allenatore? Sì, me lo aveva detto. L'ho rivisto sempre dopo quella finale di Berlino, senza parlare di quella testata. Mi disse che avrebbe cominciato a fare l'allenatore. E' una di quelle persone che qualsiasi cosa farà riuscirà a coinvolgere le persone con cui lavora. Senza gavetta? La storia insegna che abbiamo avuto campioni che hanno smesso e sono diventati allenatori importanti, anche senza gavetta. Uno di questi è Mancini, poi Capello. Zidane certo che era un leader, un leader di bravura”.
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