RONALDO TORNA SUGLI ANNI PASSATI ALL'INTER E DICE LA SUA SULLO SCUDETTO / MILANO – Cinque anni all’Inter non si possono dimenticare. Almeno per Ronaldo, che si è raccontato stamattina sulle colonne de ‘Il Messaggero’: “Se ho tifato Inter o Milan nel derby? Ho un affetto speciale per entrambe le squadre, ma il mio cuore batte un po’ più forte per i nerazzurri. La fine della mia esperienza con loro è stata traumatica, ma sono fiero della mia storia all’Inter”.
Proprio in riferimento a quel periodo, l’ex ‘Fenomeno’ ha voluto spiegare come si è consumato l’addio al ‘Biscione’: “Io non chiesi di andare via, dissi solo che non potevo più allenarmi con Cuper. Moratti decise di non fare nulla e allora scelsi di andarmene per continuare a essere felice, ma la gente non comprese. Il rapporto con lo spagnolo era difficile: ci portava all’esaurimento fisico. Alla fine, il tempo mi ha dato ragione”.
Ora, dopo alcune annate di anonimato, l’Inter è tornata a competere per i vertici: “Mancini ha una grande identificazione con la squadra – ha proseguito il brasiliano – Il campionato è ancora lungo e difficile, e anche dopo il ko di Napoli, faccio il tifo per l’Inter. I partenopei sono molto competitivi, ma starei attento alla Juve, che se non è la stessa degli anni scorsi, è comunque molto forte, pur essendo un po’ indietro in classifica. La Roma? Credo sia di un livello inferiore. Totti? Giocarci contro è stato un onore, perché è un vero campione. Sono orgoglioso di essere della sua stessa generazione. I difensori più forti che ho mai incontrato? Paolo Maldini in assoluto. Fra gli italiani anche Cannavaro, Nesta e Vierchowod, che era molto forte”.
Inevitabile un accenno al contestatissimo scudetto della stagione 1997-98: “Non avevo la percezione che qualcosa fosse strano. Ma, la Juve non ne aveva bisogno, era già forte in quegli anni. I confronti per il campionato sarebbero comunque stati fra noi, Juve, Lazio e Roma, le migliori dell’epoca. L’episodio del rigore con Iuliano faticai ad accettarlo, nel post partita ero molto nervoso perché ero sicuro di aver ricevuto la botta. Non assegnare quel rigore è stato molto strano – ha concluso Ronaldo – ma sono sicuro che si tratta di un periodo che gli italiani vogliono dimenticare. Oggi abbiamo dirigenti in galera e scandali di corruzione, il calcio non ha imparato nulla”.
D.G.
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