ACRI CALCIO MINACCE COLTELLO GUARDAVALLE / ROMA – Emerge un episodio inquietante per l'Acri, squadra militante nell'Eccellenza calabrese. Il club ha diffuso un comunicato ufficiale in merito alla presunta intimidazione con un coltello alla gola avvenuta nei confronti di un suo tesserato e all'aggressione di un altro suo giocatore classe 1996, in seguito alle quali i calciatori hanno deciso di non scendere in campo. Vi riportiamo a seguire la nota integrale della società, che ricostruisce la sua versione dei fatti.
“La Società sportiva F.C. Calcio Acri SCSD in merito a quanto accaduto sabato 28 febbraio 2015, precisa quanto segue: 'Siamo arrivati al ristorante 'Agriturismo Fassi' ( invito stranamente comunicatoci con fax inviato dal Comune di Guardavalle il 22 dicembre 2014…sic!!!) alle ore 11:00/11:30. Mentre la squadra sedeva al tavolo per il pranzo sono “comparsi” cinque “signori” i quali intimavano ai presenti (dirigenti e calciatori) di perdere la partita altrimenti gli avrebbero “spaccato le gambe” e addirittura un calciatore, Rabihou Amadou, veniva afferrato da un orecchio e gli veniva puntato un coltello da tavola alla gola.
Dopo questa “incursione” durata circa 30/45 minuti di continue minacce ed allusioni che si sarebbero verificate in campo ai calciatori, questi “signori” lasciavano il locale.
A questo punto il Dirigente accompagnatore, di concerto con la Società e con la Questura di Cosenza (che ringraziamo per il sostegno e la professionalità dimostrata) decideva di recarsi allo stadio non in tempi regolamentari ma nell’immediatezza dell’orario di inizio dell’incontro, anche per aspettare l’arrivo della forza pubblica (avvisata intanto dalla Questura di Catanzaro) presso il ristorante suddetto, arrivo che è avvenuto intorno alle 14:15/14:20. Scortati da una pattuglia dei carabinieri di Guardavalle siamo arrivati allo stadio circa alle 14:40.
All'arrivo negli spogliatoi, mentre stavamo entrando nei locali riservati agli ospiti, un nostro tesserato (Siciliano Giuseppe, classe 1996) veniva colpito da calci e pugni tra schiena e collo da un soggetto da noi non identificato e davanti agli occhi del Commissario di Campo.
A sua volta il Guardavalle ha scritto un comunicato stampa. Ve lo proponiamo per intero.
“Premesso che in 40 anni non abbiamo mai denunciato le scaramucce che avvengono domenicalmente e (sottolineamo) quasi ovunque, fuori dal rettangolo di gioco. Ci teniamo a precisare che la nostra società se aveva altre intenzioni non avrebbe accettato di anticipare la gara al sabato e non avrebbe ricambiato i doveri di ospitalità pronta ad accogliere allo Stadio la società acrese nei modi dovuti giocando sul rettangolo di gioco la propria partita.
Potremmo scrivere un libro sugli episodi subiti in 40 anni ma non lo faremo nemmeno ora per non tirare in ballo fatti e situazioni che non c’entrano nulla con la presente. Ci meraviglia questo eccesso di indignazione e di zelo da parte della società acrese che nulla può rimproverare ai tesserati del Football Club Guardavalle. La stessa indignazione avremmo voluto leggerla o sentirla anche due anni fa quando in casa loro siamo stati aggrediti (allenatore, dirigenti, tifosi e genitori di due giocatori) al 90 minuto con spranghe, bastoni e lancio di oggetti solo perché avevamo esultato per il pareggio. Lo stesso dicasi per il ritorno quando i tifosi acresi si sono denudati di fronte alle forze dell’ordine e alle famiglie (donne e bambini) presenti allo stadio 'Nicola Coscia'. Oppure vogliamo parlare dell’andata di questo campionato quando il nostro calciatore italo-argentino Diego Casas è stato schiaffeggiato, guarda caso, dall’innocente diciannovenne che ha lamentato lo strattonamento e le ingiurie ieri, solo perché avevamo vinto sul campo la nostra partita, poi persa per un ricorso dell’Acri. Noi siamo responsabili di quello che accade in campo dove gli ospiti sono tutelati dalle forze dell’ordine, dalla terna arbitrale, dai commissari di lega e dai nostri dirigenti. Sarebbe pericoloso creare un precedente perché altrimenti chiunque si sentisse la 'coda di paglia' nell’apprestarsi ad affrontare una trasferta potrebbe dire di aver ricevuto aggressioni, minacce o insulti evitando di scendere in campo e rischiare i propri calciatori, utili in partite più ostiche (vedi Coppa Italia Francavilla vs Acri).
Per concludere, se per l'Acri i fatti sono quelli elencati nella loro nota stampa, per noi invece sono quelli emersi e appresi allo stadio, sul rettangolo di gioco, unico luogo deputato a decidere sportivamente vincitori e vinti.
M.T.
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