SAMPDORIA MURIEL UDINESE GUIDOLIN / GENOVA – Un giallo col lietofine. Luis Muriel, alla fine, è arrivato alla Sampdoria ed in un'intervista concessa a 'La Gazzetta dello Sport' ripercorre la sua carriera fino al passaggio in blucerchiato dall'Udinese: “Mio padre faceva il tassista ed io vendevo i biglietti della lotteria per poter andare agli allenamenti. Appena sono arrivato all'Udinese gli ho comprato un taxi nuovo. A 12 anni il presidente del Junior mi chiese di compargli il cd di Ivan Villazon per lasciarmi il cartellino. I problemi di peso? Guidolin in quel caso sbagliò gettandomi una croce addosso che non meritavo. Arrivai in ritiro con 83 chili, dovevo pesarne 81. Mi misi a posto, ma lui continuava a parlare del mio peso. Ero appena arrivato, ero un ragazzino, e non ho parlato, ma ho risposto con 11 gol in mezza stagione. Poi mi hanno chiesto di lavorare come faceva Sanchez, rincorrendo gli avversari, ma io non sono quel tipo di giocatore. Iniziavo a non esserci più con la testa”.
Muriel, poi, conclude: “Io ed il mio agente volevamo a tutti costi venire a Genova. Fossi tornato ad Udine sarei finito. Mihajlovic mi ha fatto capire subito quanto ci tenesse a me. E' stato importantissimo. Eto'o? Sta benone e ha tanta voglia. Mihajlovic mi vuole 'alla Gabbiadini', l'ho già fatto nel Granada. L'esclusione dal Mondiale? E' stata dura, ma anche quella è stata una motivazione in più. Non può succedere di nuovo”.
L.P.
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