SERIE A TURNOVER BENITEZ LJAJIC GIOVINCO / ROMA – Si fa presto a dire turnover. Se da un po' di tempo a questa parte c'è la moda di chiamarlo “scientifico” un motivo ci sarà. Turnover non è soltanto mettere e togliere gli uomini a piacimento, sperando che poi segni proprio la riserva della riserva per poter così affermare “visto che avevo ragione?”. Oltre ai cambi c'è di più. C'è intuito, psicologia, furbizia e anche un bel po di fattore C, che non guasta mai. C'è chi può e chi non può, chi lo fa bene e chi lo fa male. Vediamolo nel dettaglio nell'editoriale di Calciomercato.it.
C'E' CHI PUO' E CHI NON PUO' – L'infrasettimanale è sempre l'occasione per vedere in campo uomini che di solito scaldano la panchina, per la disperazione di tutti i fantacalcisti. Naturalmente ci sono squadre predisposte a queste evenienze e squadre che possono un po' meno, con risultati già visibili in classifica. Juve e Roma hanno due formazioni intercambiabili, con tanti campioni in panchina, idem l'Inter che quest'anno è costruita per non farsi mancare nulla. Poi c'è chi, per un motivo o per un altro, con le riserve in campo arranca un po'. E' il caso di Milan e Napoli, che nell'ultimo mercato hanno pensato più agli undici titolari che alle riserve. Poi ci sono le sfigate storiche come Fiorentina e Lazio, che vorrebbero ma non possono a causa degli infortuni in serie che falcidiano un intero reparto, la difesa per i romani e l'attacco per i toscani. Montella è abituato ed è ormai diventato un acrobata, chissà il “novellino” Pioli come si destreggerà nella giungla di cambi e infortuni.
IL “CASO” BENITEZ – In questi ultimi giorni ha fatto molto discutere Rafa Benìtez, abituale (e ottimo) interprete di questa disciplina. Turnover sconclusionato contro l'Udinese, tante riserve in campo con risultati visibili scorrendo calendario e classifica. Meno contro il Palermo, dove però ha fatto molto discutere l'esclusione di Higuaìn. Zapata non lo ha fatto rimpiangere, mentre ad esempio Ghoulam (che viene da un infortunio e non era al meglio) è riuscito a far rimpiangere addirittura Britos. Diciamo che cambiare in corsa non è affar semplice, soprattutto quando l'ambiente è già sul piede di guerra ed è pronto a mugugnare su tutto. Ecco, un'altra caratteristica fondamentale per un buon turnover è proprio questa: la pazienza del pubblico. Aspettare i nuovi, proteggere le riserve e non pretendere sempre tutto dai campioni. Che saranno anche bravi, ma non sono certo automi.
L'UOMO IN PIU' – Ecco perché in certi casi inserire qualche rincalzo si rivela una scelta vincente, specialmente per scoprire elementi inaspettati che poi si candidano per una maglia da titolare. Sono diversi i casi di “miracolati da turnover” di questi giorni, in primis il moldavo Ionita del Verona, meno di 180 minuti per segnare due gol e diventare uomo copertina. Ancora meglio è andata a Belotti del Palermo, che le due reti le ha fatte in meno di un'ora, e ora Iachini ha uno di quei problemi che vorrebbero avere tutti gli allenatori. Poi ci sono Gargano e lo stesso Zapata, migliori in campo del Napoli ieri sera. E che dire di Giovinco della Juve, Ljajic della Roma, Osvaldo ed Hernanes nell'Inter? Per i campioni è più semplice incidere, anche se si gioca di meno. E alla fine in questo folle calcio da 60 partite all'anno la differenza la fa proprio chi ha il migliore “uomo in più”.
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