FIORENTINA RICHARDS JUVENTUS MANCINI/ ROMA – Micah Richards, in un'intervista rilasciata al 'The Guardian', ha raccontato le sue prime settimane da giocatore della Fiorentina, club che ha deciso di puntare su di lui dopo due stagioni difficili al Manchester City: “A livello economico mi sarebbe convenuto rinnovare il contratto con il Manchester City, sarebbe stata una scelta più facile anche perché sarei rimasto in Inghilterra. Ho pensato che trasferirmi alla Fiorentina sarebbe stata la scelta giusta per me. In Italia c'è un buon campionato ed è un posto bellissimo dove vivere, le persone sono sempre molto cordiali”.
RETROSCENA JUVENTUS – “La Juventus? Sì, i bianconeri mi volevano nel 2012 ma in quell'occasione il tecnico del Manchester City Roberto Mancini si oppose alla mia cessione”.
LO SPOGLIATOIO – “Firenze è una città molto turistica, piena di gente che parla inglese ma io voglio imparare l'italiano per capire quando parla Montella – ha dichiarato Richards protagonista della news Fiorentina con la sua intervista – Al City si parlava prevalentemente spagnolo tanto che Milner decise di prendere lezioni di spagnolo per due anni”.
I COMPAGNI DI SQUADRA – “Giuseppe Rossi è la stella della squadra, Cuadrado è un giocatore incredibile. Mati Fernandez non lo conoscevo ed è un ragazzo divertente. Mario Gomez? E' un attaccante forte e difficile da affrontare”.
LA FIORENTINA – “Mi sto divertendo molto perché penso che la Fiorentina sia una squadra che può competere ad alti livelli – ha spiegato l'inglese, ultimo colpo di calciomercato dei viola – L'anno scorso ha concluso al quarto posto in campionato ma la società vuole crescere ancora di più e questo è stato molto importante per la mia scelta”.
MANCHESTER CITY – “Ho perso il posto al Manchester City quando mi sono infortunato al ginocchio e nel frattempo ha giocato Zabaleta. Dopo l'addio di Mancini c'è stato poco spazio in squadra per me. Il punto più basso è stato l'anno scorso in FA Cup contro il Watford quando Pellegrini mi sostituì sul 2-0 per gli avversari a metà partita, come se fosse colpa mia. Ho pensato che stavo diventando un capro espiatorio. Il mister disse che si trattava della mia condizione fisica precaria ma mi aspettavo di avere una chance di novanta minuti”.
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