JUVENTUS ROMA ANCELOTTI INTERVISTA GARCIA REAL MADRID / ROMA – Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid e doppio ex di Juventus e Roma, ha rilasciato un'intervista a 'Il Messaggero' a pochi giorni dalla sfida dello Juventus Stadium.
JUVENTUS-ROMA DEL 2001 – “Ci siamo fatti fregare sul più bello, rimontati negli ultimi dieci minuti. Potevamo dimezzare lo svantaggio in classifica: da meno sei a meno tre. Eravamo due a zero, segnarono Nakata e Montella. Fu decisivo il giapponese che non doveva giocare. Quante polemiche, prima e dopo. A due giorni dal match cambiarono la norma sugli extracomunitari. Cancellato il tetto dei tre tra campo e panchina. Per mettere Nakata, Capello doveva rinunciare a uno tra Samuel, Emerson e Batistuta. E invece ha potuto inserire anche il quinto, Assunçao. La Roma meritò il titolo, era forte e quadrata”.
CONFRONTO JUVE 2001-ATTUALE – “Adesso è un gruppo più dinamico e di corsa, il mio era più tecnico. Nella seconda stagione avevo una grande squadra: Zidane, Del Piero, Inzaghi, Conte, Davids e potrei andare avanti. Una volta il diluvio di Perugia, l’altra la Roma migliore dai giorni del nostro scudetto dell’ottantatre. Io a Torino non sono stato troppo fortunato”.
CLASSIFICA SERIE A e LIGA – “Se vincono i bianconeri e vanno a più otto, diventa durissima. La Roma non deve perdere. Comunque ci deve credere. Tra l’altrio non posso certo essere io a recitare il ruolo del pessimista. Anch’io con il Real sto sotto, dopo diciassette partite, di cinque punti. E davanti ho due squadre: il Barcellona e l’Atletico Madrid. Quindi cinque punti non sono niente e il campionato è apertissimo. Per me e per Garcia“.
GARCIA – “E’ bravo e preparato. Il Lille giocava il miglior calcio di Francia. Sempre propositivo. Rudi mi piace molto. Sa lavorare bene con i giocatori, ha un bel rapporto con loro. Lì è più difficile che da noi: per avere il massimo, devi stimolarli quotidianamente e tanto. Noi siamo più preparati alla battaglia. Mi chiamò Sabatini, al momento di prendere la decisione definitiva. Gli dissi che faceva bene a ingaggiarlo: era l’uomo giusto per il nostro calcio. Umile e moderno. Ha sempre fatto il 4-3-3: equilibrato e offensivo. E di qualità”.
LA PARTITA –“Tutti dicono Juve per la solidità e per l’esperienza. E perché ha vinto gli ultimi due campionati. Sa come comportarsi. In più ha un potenziale notevole: rosa completa, fisica e raffinata. Se il gruppo segue Garcia, i giallorossi possono farcela. Il francese vuole che la sua squadra abbia sempre l’iniziativa. Gioca all’attacco, ma cura bene la fase difensiva. Il segreto è il centrocampo di altissimo livello: Pjanic, Strootman e De Rossi che è di nuovo al top. Ora ha pure i gol di Destro. E Gervinho non è affatto una sorpresa: nell’uno contro uno è strepitoso. Poi c’è l’imprevedibilità di Totti. I pericoli per i giallorossi? Le punte bianconere. Per chi tiferò? Per la Roma, non mi nascondo”.
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