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Bologna, Moscardelli: “La barba mi ha reso un mito. Potrei tagliarla solo se…”

L'attaccante rossoblu e' diventato un idolo incontrastato dei tifosi di tutta Italia

BOLOGNA INTERVISTA MOSCARDELLI BARBA / BOLOGNA – Davide Moscardelli, idolo incontrastato dei tifosi del Bologna e non solo, ha rilasciato un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport':

NUMERO 10 – “Dieci, e quando mi ricapita? In Serie A, con la maglia che è stata di Baggio e Signori“.

SEGNI PARTICOLARI – “Ho un tatuaggio sul braccio, racconta tutta la mia vita. C’è il re di Picche, cioè il re Davide. Un boccale di birra perché la birra non deve mai mancare. Un dado, il mio soprannome. Un’immagine di mia moglie Guendalina. La data dell’esordio con gol in A, il 29 agosto 2010. Un rosario per mia madre. Una pergamena aeronautica per mio padre e mio fratello, militari. Un cartello di benvenuto, in stile Las Vegas, con la scritta 'born in Belgium, made in Italy'. La ricordo, la doppia nazionalità, magari mi convocano nel Belgio!”.

LA BARBA – “Me la sono fatta crescere, non mi pare di aver fatto chissacché, e sono diventato un mito. Boh, è qualcosa di più grande di me. Su twitter guadagno 2500 follower al giorno, sono quasi a 60mila. Mi chiedono magliette da Pordenone a Catania, e ora ho un ordine di 9 da Londra. Si immagineranno chissà che organizzazione, invece siamo io, mia moglie che gestisce tutto, volendo i miei suoceri che impacchettano le spedizioni, un paio di persone dietro al sito e alle pagine social del marchio Flybeard. Tutto qui, non è mia intenzione darmi all’imprenditoria. Quando la taglierò? Se vado in doppia cifra, se centriamo l’Europa League col Bologna, e se riesco a far conoscere la mia barba in America, dove in futuro mi piacerebbe tentare un’esperienza. Si realizzasse tutto, poi potrei pure darci un taglio…”.

IN CAMPO –
“Anche rabona, elastico e “Aurelio” mi riescono alla grande, c’è la prova su youtube. Una volta Costacurta disse che i miei gol, per la bellezza, erano pari a quelli di Messi e Maradona. Con tutto il rispetto si intende”.

ORGOGLIO – “La prima volta al Franchi con la Sangiovannese, serie C2, mentre salivo in campo pensavo che quegli stessi scalini li aveva fatti Batistuta, uno dei miei idoli di tifoso romanista. La prima volta contro Totti e come compagno di squadra di un campione del Mondo, Gilardino, l’anno scorso a Bologna. Nel 2006, al Circo Massimo, lui era sul palco, io lì sotto”.

S.D.

Redazione

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