ROMA CICINHO TATUAGGI ALCOOL DIO/ ROMA – La storia di Cicinho è ben nota: del fenomeno accolto all'aeroporto di Fiumicino da una folla immensa di tifosi, a Roma hanno visto ben poco. L'esprienza giallorossa del terzino brasiliano è stata costellata di molti fallimenti, affogati spesso e volentieri nell'alcool in cui si rifugiava dopo panchine o prestazioni poco esaltanti. In un'intervista rilasciata a 'globoesporte', l'attuale esterno dello Sporting Recife ha raccontato nuovi particolari relativi alle notti brave vissute nella capitale: “A Roma bevevo tantissimo, questo già lo sapete – ha dichiarato Cicinho – quello che non sapete è che una notte ero talmente ubriaco che decisi di farmi un tatuaggio. Chiamai un tatuatore, di cui non ricordo nemmeno un nome, e mi feci tatuare il braccio così da placare la mia depressione. La mia vita a Roma era simile al film 'Una notte da leoni': da ubriaco, ho fatto cose di cui ora mi pento. Per fortuna sono cambiato, ora la mia esistenza è dedicata a Dio. Perché scendo in campo con le maniche lunghe? Voglio coprire i tutuaggi, lo faccio per i bambini che guardano il calcio: loro hanno bisogno di esempi positivi, non devono essere influenzati”.
S.F.
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