PROMESSE NON MANTENUTE FABRICIO COLOCCINI MILAN / ROMA – Valorizzazione. Un termine che nel calcio di oggi si associa non soltanto ai diritti economici che bisogna versare ad un club per la sua crescita, ma anche alla mera maturazione di un singolo giocatore. Capita che tale valorizzazione, spesso, venga ampiamente mancata o semplicemente ritardata. Succede, dunque, che un difensore giovane, ma di grande talento, possa non cogliere subito l'oppurtunità della vita. O che almeno essa venga provvisoriamente rimandata. Una situazione, questa, che ha un po' contrassegnato la vita di Fabricio Coloccini.
GLI INIZI – Fabricio Coloccini nasce a Cordoba, il 22 gennaio 1982. Cresce calcisticamente nelle giovanili dell'Argentinos Juniors di La Paternal, zona Buenos Aires. I buoni spunti che lascia intravedere obbligano il Boca Juniors a tuffarsi su di lui. Entrare a far parte degli Xeneizes è uno di quei sogni che attira ogni giovane argentino, al di là di quella che può essere effettivamente la fede calcistica in età adolescenziale. Il Boca rappresenta un vero e proprio trampolino di lancio ma, può, in maniera altrettanto significativa, rappresentare il primo grande traguardo di una carriera. Sebbene le presenze in campo non siano innumerevoli (non era stato ancora aggregato pienamente alla prima squadra), Coloccini viene segnalato in Italia. All'età di 17 anni, il giovane argentino spicca il volo verso l'Europa.
MILANO – Arrivato in Italia nel mercato invernale del 2000, Coloccini rappresentava un'occasione per la società rossonera, capace di strappare il promettente difensore alla concorrenza.
La prima mezza annata con Zaccheroni non lo vide mettere piede in campo. Tale esperienza fu comunque importante, visto che Coloccini potè allenarsi assieme a mostri sacri come Maldini e Costacurta.
La stagione 2000-2001 vede Coloccini ancora aggregato al Milan. Nel febbraio 2001 venne, tuttavia, mandato in prestito al San Lorenzo, il primo dei tanti viaggi nella carriera dell'argentino. Bazzicò anche in Spagna: prima all'Alaves, poi a Madrid sponda Atletico e ancora con il Villarreal.
Nella stagione 2004-2005 la società rossonera si è convinta che Coloccini possa ritagliarsi maggiore spazio, dopo le innumerevoli esperienze lontane dall'Italia. Il 27 ottobre 2004 giunge, dunque, l'esordio in Serie A. Praticamente dopo quasi cinque anni dal suo ingaggio, Coloccini viene schierato titolare nel match casalingo contro l'Atalanta, terminato 3-0 con le reti di Tomasson, Kaladze e Serginho. A quella apparizione convincente, ne seguirono poche altre. In totale furono cinque: l'ultima in Coppa Italia, contro l'Udinese, il 26 gennaio 2005 quando Coloccini fece infuriare Ancelotti grazie ad alcuni errori plateali. La cessione arrivò pochi giorni dopo, entro il termine della sessione di mercato.
CONSACRAZIONE – Trovarsi alla porta il Deportivo la Coruna, dopo il 4-0 del Riazor di pochi mesi prima, non è stato facile da digerire. Tuttavia, la squadra galiziana è stata la più lesta a bussare all'uscio di Via Turati e accaparrarsi il ventitrenne argentino. Le buone cose fatte vedere in Spagna hanno lasciato impresso un ricordo tale da convincere la squadra iberica a puntare su questo promettente stopper. Il “Depor” gli dà fiducia, divenendo uno dei principali interpreti del ruolo, accanto all'ex juventino (lo sarebbe diventato più avanti) Andrade. Le tre stagioni e mezzo che passa in Spagna fanno da preludio al trasferimento in Inghilterra. Il Newcastle acquista il cartellino dell'argentino per 10 milioni di sterline. Un acquisto costoso all'inizio di una stagione che divenne, col passare delle giornate, disastrosa. Annata che vide, fra l'altro, alternarsi in panchina ben quattro allenatori (Keegan, Kinnear, la coppia Hughton–Calderwood e Shearer) e concludersi con la retrocessione. In Premier come in Championship, Coloccini si identificò come uno dei più carismatici e talentuosi. Dopo essere ritornato in Premier, è partita l'operazione rilancio che ha portato, nella scorsa stagione, il Newcastle a pochi passi dalla qualificazione ai preliminari di Champions. Prima stagione da capitano per Fabricio Coloccini che, pochi mesi fa, ha anche rinnovato il suo contratto con i Magpies.
CONCLUSIONE – La storia di questo giocatore ha avuto tratti più o meno fortunati. L'esperienza milanista è stata formativa. L'abbondanza di campioni nel reparto difensivo gli ha tarpato le ali. Difficoltà normali per un giovane che deve scalare gerarchie ben delineate in una società blasonata come il Milan. Le poche apparizioni non sono state pienamente convincenti e la cessione, dopo anni di prestiti, si è resa quasi necessaria. Nessun rancore, tuttavia, da entrambe le parti. Lo stesso Coloccini si è sempre detto contento per il suo timido passato da milanista, tappa nevralgica per una carriera che, alla fine, ha visto la sua definitiva valorizzazione.
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