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Calciomercato, da Riva a… Totti: quando i giocatori (o i parenti) rifiutano la maglia

Ripercorriamo alcuni dei piu' clamorosi trasferimenti mancati nella storia del calcio

 

CALCIOMERCATO RIVA TOTTI RIFIUTO TRASFERIMENTO / ROMA – In principio fu Gigi Riva. Una vita nel Cagliari, gol a ripetizione persino in Nazionale, uno storico Scudetto. E rifiuti pressoché annuali a nientemeno che l'Avvocato: la Juventus avrebbe fatto carte false per lui, ma Riva rispedì al mittente ogni offerta. Da allora molti calciatori hanno rifiutato trasferimenti, trasformando la propria volontà in un'arma più forte di qualsiasi contratto.

Pensate a Stankovic: una vita tra Lazio e Inter, poi l'interesse della Juventus. I bianconeri avrebbero volentieri prelevato il serbo dai nerazzurri, ma né lui né i tifosi juventini volevano sentirne parlare: troppo il rancore reciproco, troppo il veleno che dallo scandalo Calciopoli ha tracciato un solco incolmabile tra Stankovic e la Juve. Lo sapeva bene Fiorello quando gli ha confezionato uno scherzo telefonico: lo chiamò fingendosi Moratti, gli disse di essere costretto a cederlo alla Juve. E il serbo scoppiò a piangere dalla disperazione.

Chi ha opposto un rifiuto per precisa scelta di vita è stato anche Di Natale. Il capitano dell'Udinese avrebbe potuto firmare per il Napoli anni fa, ma sua moglie lo sollecitò ad interrompere la trattativa: lei, infatti, non voleva tornare a vivere in quella città. Lo stesso Totò ha confessato di essere stato cercato dal Milan lo scorso giugno: “Ma non lascerei Udine neanche per il Real Madrid“. Qui la città non c'entra.

La scorsa estate due casi hanno infiammato l'opinione pubblica: Drogba e Berbatov. L'ivoriano ha firmato con lo Shanghai Shenhua, ma si è parlato di una clausola che gli avrebbe permesso di trasferirsi subito al Barcellona. Giorni di incontri e smentite di rito, fino alla decisione finale di tenersi il campionato cinese… e un contratto da 12 milioni l'anno. Del bulgaro si è scritto di tutto: quel che è certo è che avrebbe dovuto prendere un aereo per Firenze, ma lì non è mai arrivato (e non potrà mai arrivare, visto l'odio che ora nutre il popolo viola per lui). Avrebbe dovuto raggiungere anche Torino, ma alla fine la moglie lo avrebbe convinto a restare in Inghilterra, accasandosi al Fulham. Non proprio una grande squadra.

Chiudiamo con un rifiuto che non fece scalpore, ma che col senno di poi è forse il più importante: nel 1989 un talentuoso bambino romano avrebbe potuto firmare sia per la Roma che per la Lazio, visto l'interesse che aveva sollevato in entrambe le società. La decisione spettò ai genitori, romanisti fino al midollo: avrebbe accettato solo la Roma. Si trasferì a Trigoria, e oggi non ne è ancora uscito. Proprio lui: Francesco Totti. E se i genitori non fossero stati tifosi sfegatati?

 

Redazione

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