Calcioscommesse, Mastronunzio: “La penso come Conte. Mai messo fuori rosa. Nella riunione tecnica…”

L'attaccante toscano esce allo scoperto: “Ci vogliono delle prove, non bastano le parole”

CALCIOSCOMMESSE, MASTRONUNZIO CONTE / MILANO – Parla Salvatore Mastronunzio. L'attaccante toscano, secondo la Corte di Giustizia Federale uno degli elementi chiave che inchioderebbero Antonio Conte per la gara Albinoleffe-Siena (costata all'attuale tecnico della Juventus la conferma della squalifica di 10 mesi inflittagli in primo grado dalla Commissione Disciplinare), esce allo scoperto sull'inchiesta relativa al calcioscommesse. “Ero infortunato, per questo ho saltato le ultime tre giornate di campionato. Non sono mai stato messo fuori rosa. E poi, tanto meno, non ho mai pensato di favorire l'Ascoli, visto che sono un tifoso dell'Ancona – ha spiegato Mastronunzio a 'Sky Sport' -. La riunione tecnica? Conte non ci ha mai detto che il risultato era già concordato”.

SFOGO CONTE – “Lo capisco in pieno, sono d'accordo con quanto ha detto in conferenza stampa. Ci vogliono le prove per incriminare una persona, le sole parole non bastano. Chi accusa deve avere in mano delle prove certe e, chi viene accusato, deve avere la possibilità di difendersi”.

RAPPORTO CON CONTE – “Conte era un duro, pretendeva il massimo dalla squadra. Ma è normale, ogni allenatore è così. Non giocavo, è logico che non ero contento, però mi sono messo sempre a disposizione del mister. C'era una rosa competitiva, sepevo a cosa andavo incontro quando ho firmato per il Siena. Ma l'importante era vincere, raggiungere l'obiettivo della Serie A: ed io ero felice per questo”.