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PROMESSE… NON MANTENUTE: FABIO JUNIOR

L'ex giocatore della Roma e' protagonista della nostra rubrica

PROMESSE NON MANTENUTE, FABIO JUNIOR / ROMA – Il mercato di fine millennio era alimentato da molti denari. L'economia del calcio era florida, anche se, a breve, qualcuno avrebbe sentito sulle spalle, e non solo, un patatrac finanziario di notevole portata. Fino all'anno 1999, tuttavia, il sentore di quella crisi miliardaria non veniva ancora percepito. Capitava, dunque, che i Presidenti si potessero dare battaglia, a suon di miliardi di lire per fare sgarbi e controsgarbi, alla ricerca di un campione da inserire nella propria scuderia. Scenario che si presenta nell'affare Fabio Junior, al centro di una disputa tra Lazio e Roma. I biancocelesti si erano aggiudicati, da poco, il cartellino di Stankovic, soffiandolo ai giallorossi. La risposta di Sensi non si fece attendere. Il colpo Fabio Junior venne descritto come un “grandissimo” acquisto. Un potenziale campione al pari di Ronaldo e già erede designato di Romario. La realtà, in seguito, apparì diametralmente diversa.

CHI E' – Fabio Junior nasce a Manhuacu, il 20 novembre 1977. Inizia la carriera nelle giovanili dell'Esporte Clube Democrata. La svolta della carriera avviene nel 1997 quando il Cruzeiro, uno dei top club brasiliani, lo inserisce nella propria rosa. Le apparizioni, nel biennio di permanenza a Belo Horizonte, non sono innumerevoli ma la sensazione è che Fabio Junior disponga di buona qualità e di un discreto senso del gol. In due anni, 37 match con 18 reti. Un buon bottino che gli vale la convocazione nella Selecao. Tale capitolo si apre sotto i migliori auspici, vedendol, seppur per pochissimo tempo, come grande protagonista.

ROMA, CHE “SOLA” – Zdenek Zeman aveva ragione, col senno di poi. Il tecnico boemo voleva Andriy Shevchenko, anche se l'ucraino era già da gennaio 1999 destinato a raggiungere Milano nella sessione estiva. Ci aveva giusto l'allenatore giallorosso ma la società andò controcorrente, fidandosi del nuovo prodotto del calcio brasiliano. Fabio Junior approda nella capitale nell'estate '99, per una cifra vicina ai 30 miliardi di lire. Un'operazione discretamente onerosa, per un “valido” attaccante, già nel giro della nazionale maggiore brasiliana e con paragoni, di un certo livello, che si legano indissolubilmente al suo nome. Tutte parole che, alla fine, non troveranno rispondenze sul lato pratico. Doveva essere esplosivo, dinamico e ottimo sia sul piano tecnico che su quello tattico. In realtà, Fabio Junior si rese protagonista di ben altro. Corsa non troppo convinta, poco attivo nella ricerca della palla e quasi sempre fuori dalle manovre di squadra. Al termine della stagione, la Roma si classificò quinta. Fabio Junior chiuse la prima annata con 7 presenze e 3 gol. Un bilancio timido ma che, con un po' più di continuità, avrebbe potuto migliorare. La stagione seguente, tuttavia, non inizia nel migliore dei modi. In panchina arriva Fabio Capello che si accorge subito delle “qualità” di Fabio Junior. Caratteristiche tali da ritagliargli un ruolo importante tra panchina e tribuna. Montella e Delvecchio si dividono la scena. L'attaccante brasiliano, invece, subentra in 9 occasioni, mettendo a segno una sola rete. Inevitabile la cessione a fine anno.

GIRO DEL MONDO IN 12 ANNI – La storia calcistica di Fabio Junior tenta di riprendere quota invano. Ritorna al Cruzerio, in prestito con diritto di riscatto. Il club brasiliano, però, non esercita l'opzione, dando il via al futuro precario di quell'attaccante, oramai fuori dal giro della nazionale. Fabio Junior prova, dunque, a rimettersi in forma al Palmeiras. Stagione magra di gol ma comunque tale da fargli riottenere una chiamata dal Cruzeiro che, forse per pietà, lo tessera per la terza volta nel giro di cinque anni. Chiude l'anno con 12 gol all'attivo in 25 partite. Nuova partenza, destinazione Portogallo. C'è il Vitoria Guimaraes, toccata e fuga (4 partite fino da settembre 2002 a gennaio 2003). In patria lo aspetta una nuova breve parentesi all'Atletico Mineiro, col quale mette a segno 14 gol in 31 gare. La buona stagione non basta per evitargli un nuovo viaggio, questa volta in Giappone. I Kashima Antlers rappresentano uno dei club asiatici maggiormente attivi. I giapponesi mettono a segno il colpo Fabio Junior. Qui gioca un ruolo determinante, in negativo, il mancato ambientamento nella nuova destinazione che porta il brasiliano, un anno e mezzo più tardi, al ritorno all'Atletico Mineiro. Alla fine seguiranno esperienze in Qatar (Al Wahda), in serie B tedesca (Bochum) e in Israele (Hapoel Tel Aviv). Un bel giro, più sul piano turistico che su quello calcistico.

CARRIERA LUNGA – Nonostante diverse stagioni impalpabili, Fabio Junior non demorde. Mette a segno presenze importanti nel Bahia, nel Santo André, nel Brasiliense e nell'America-MG. L'ex attaccante romanista è ancora tesserato presso quest'ultima società che, dal 2010, lo impiega costantemente in formazione. Qualora venga confermato anche per la prossima stagione, stabilirà il suo record di permanenza in un singolo club.

CONCLUSIONE – I paragoni, a cui accennavamo in principio di articolo, si sono legati in maniera scomoda a Fabio Junior. Romario e Ronaldo erano giocatori di altra caratura. L'ex astro nascente del Cruzeiro, invece, è frutto di un abbaglio, forse un po' troppo dettato dalla smania di mettere a segno un colpo di mercato, giusto per il piacere di toglierlo alla concorrenza diretta. Un paio di buone prestazioni convinsero il Presidente Sensi a puntare su di lui. Forse due parole in più con Zeman, sarebbero potute bastare per valutare al meglio il mercato e individuare un vero e proprio talento. Attributo, questo, che Fabio Junior non seppe mai coltivare fino in fondo.

Redazione

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