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Promesse…non mantenute: Vratislav Gresko

Il peggiore in campo del 5 maggio 2002 e' protagonista della nostra rubrica

PROMESSE NON MANTENUTE VRATISLAV GRESKO / ROMA – La storia è clemente ma non con tutti. A distanza di dieci anni, il nome di Vratislav Gresko è ancora limpido, per molti indelebile. Sia nella testa di chi è stato danneggiato che di chi ha tratto giovamento dalle prestazioni di quel terzino slovacco. In particolar modo in quell'ultima apparizione con la maglia dell'Inter, quella dell'Olimpico di Roma. Quella del 5 maggio 2002. 

CHI E' – Vratislav Gresko nasce il 24 luglio 1977 a Tajov, piccolo paesino di circa 600 anime, sobborgo della più popolosa Bystrica. Qui Gresko inizia a muovere i primi passi a livello calcistico. Dopo essere cresciuto nelle giovanili del Dukla Banská Bystrica e averci giocato anche da professionista, si trasferisce nella capitale, precisamente nell'Inter Bratislava. Gioca con discreta continuità, diventando uno dei punti cardine della formazione giallo-nera. Il biennio è positivo e gli garantisce la chiamata di una società prestigiosa quale è il Bayer Leverkusen. I tedeschi si assicurano le prestazioni del giocatore, in qualità di rinforzo per la corsia sinistra del campo. Le possibilità di mettersi in mostra non sono tante. Tali bastano, però, all'Inter – questa volta di Milano – per ingaggiarlo, consigliato vivamente da Marco Tardelli. L'eroe di Spagna '82 restò impressionato dall'allora ventitreenne durante l'Europeo Under 21 del 2000, azzardando un paragone illustre con Roberto Carlos.  

IL TRACOLLO DI ROMA – Scuciti 14 miliardi delle vecchie lire, Gresko diventò ufficialmente un giocatore nerazzurro. Un nuovo terzino sinistro per una fascia che, da troppo tempo, cerca un valido interprete del ruolo. Dotato di una buona facilità di corsa e di dribbling, Gresko si esprime positivamente anche se a tratti alterni. L'esordio, come per tanti giocatori già finiti nell'oblio, è stato migliore delle aspettative: assist nella prima gara giocata contro la Roma e sufficienza abbondante in pagella. Tardelli punta forte su di lui ma la stagione sarà, pur sempre, deludente. L'Inter si deve accontentare di una qualificazione in Coppa Uefa, non il massimo. Moratti prepara, dunque, il colpaccio. Ingaggia Hector Cuper, reduce da due finali perse di Champions League con il Valencia. Sembra l'uomo giusto per rilanciare i sogni dell'Inter. E, di fatto, fino alla penultima giornata lo sarà. Salvo un inizio di stagione centellinato, Cuper deciderà di optare per un costante utilizzo di Gresko sulla fascia sinistra. Lo slovacco sembra destinato a poter mantenere un posto fisso anche nelle stagioni a venire. Certezze, o ipotesi concrete, che vengono a naufragare il 5 maggio 2002. Prestazione non all'altezza, farcita di errori madornali (il gol del 2-2 di Poborsky è un regalo proprio dello slovacco), distruggono in un istante quel poco di buono fatto da quel giovane talentino venuto dalla Slovacchia. Preso come capro espiatorio di quella giornata, Gresko si avvia a lasciare Milano. 

PARMA, INGHILTERRA E GERMANIA PRIMA DEL RITIRO – Lo sciagurato Gresko tenta di rimettersi in gioco a Parma. Scrollarsi l'ombra della sconfitta di Roma è il primo obiettivo, peraltro non raggiunto nei pochi mesi tra le fila della squadra emiliana. Gioca solo cinque partite e, alla fine, capisce che l'Italia non fa più per lui. Deve cambiare aria e il Blackburn è pronto a dargli nuovo vigore. A gennaio 2003, dunque, parte alla volta dell'Inghilterra dove resterà per tre stagioni, concludendo l'esperienza con 40 partite e 3 gol all'attivo. Il contratto, complice anche la rottura del legamento crociato del ginocchio, non convince la squadra inglese a rinnovargli il contratto. Gresko decide, dunque, di rientrare in Germania. Il Norimberga gli offre un contratto annuale, al termine del quale lo vedrà riprendere la strada che porta a Leverkusen. Al termine del biennio deciderà, a 32 anni, di abbandonare il calcio giocato. 

CONCLUSIONE – L'azzardo avanzato da Marco Tardelli non è stato premiato a dovere. Vratislav Gresko aveva effettivamente messo in mostra delle discrete qualità nell'Europeo Under 21 ma probabilmente non fu pronto per diventare un perno della difesa nerazzurra. Alcune buone prestazioni, come detto, vengono ad essere dimenticate, coperte da quell'alone di tenebra calato sul giocatore dopo quella sciagurata giornata. I tifosi juventini ringraziano. Gli interisti non lo vogliono più vedere manco di sbieco. Il biondo terzino slovacco porta in dote sì una discreta esperienza in tre dei campionati più importanti d'Europa ma anche altrettanti tornei persi sul campo all'ultima giornata (due con l'Inter Bratislava e l'altro con l'omonima di Milano). 

 

Redazione

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