DRAMMA MOROSINI CURI PUERTA / PESCARA – La morte di Piermario Morosini ha sconvolto per l'ennesima volta il mondo dello sport. Purtroppo non è il primo a morire durante una partita: la stessa sorte toccò a Renato Curi, che il 30 ottobre 1977 morì durante un Perugia-Juventus; è del 2007 invece la scomparsa di Antonio Puerta, difensore del Siviglia che crollò in campo nella prima partita di campionato contro il Getafe, rialzandosi con le proprie gambe ma cadendo vittima di un cuore troppo debole non appena rientrato negli spogliatoi. In molti ricorderanno anche Marc Foé, che esalò l'ultimo respiro con la maglia del Camerun, in Confederations Cup. Giuliano Taccola, attaccante della Roma, nel 1969 ci lasciò dopo un arresto cardiaco nello spogliatoio di Cagliari. Travalicando i confini calcistici, un altro addio ha recentemente sconvolto lo sport italiano: quello del pallavolista Vigor Bovolenta a Macerata. Zdenek Zeman, uomo e tecnico sempre attento alla salute dei propri calciatori, tanto da denunciare il doping in tempi non sospetti, si è rinchiuso nel proprio dolore, allontanandosi da ogni occhio indiscreto dal momento in cui è stato confermato il decesso di Morosini. Sono sempre più i nomi di atleti sulle lapidi, ed il terrore di un nesso tra queste morti e il mondo dello sport professionistico, razionalmente o meno, serpeggia. E gli interrogativi sono come le lacrime: nutriti dai dubbi e dai rimpianti, non si esauriranno mai.
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