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Fiorentina, conferenza stampa presentazione Rossi: “Non sono Padre Pio”

Il nuovo tecnico viola ha sostenuto il primo incontro ufficiale coi giornalisti

FIORENTINA ROSSI CONFERENZA STAMPA PRESENTAZIONE / FIRENZE –  E' il suo giorno. Delio Rossi affronta la sua prima conferenza stampa da allenatore della Fiorentina: dichiarazioni attese sin dal momento della sua firma con il club viola, avvenuta ieri. L'ex allenatore di Lazio e Palermo ha rilasciato le sue prime dichiarazioni “gigliate”, facendo il punto sul presente e il futuro della Fiorentina al fianco di Pantaleo Corvino. “Per una società, e soprattutto per un direttore sportivo – ha esordito Corvino – presentare un nuovo allenatore è un momento duro. Ringraziamo in maniera sentita, non doverosa, chi l'ha preceduto (Mihajlovic, ndr). Per me è motivo di soddisfazione presentarvi un allenatore che conosciamo da tanti anni. Delio Rossi, ben arrivato: il suo contratto è fino al 2013, con opzione per il 2014. Mi auguro che per le ambizioni della Fiorentina possa regalarci tante soddisfazioni, come nello straordinario ciclo passato, che vogliamo ripetere”.

“Il mio primo pensiero va alla dirigenza viola, che ringrazio per avermi dato l'opportunità di allenare una squadra così importante – ha dichiarato Rossi -. A me piacciono le sfide affascinanti, e questa la è. Il secondo pensiero va a Sinisa Mihajlovic: so che al di là dell'esonero può dare fastidio non essere riuscito a terminare il proprio lavoro, e in questo momento potrei dire solo frasi di circostanza. Gli posso dire che solo chi non è abituato a cadere non sa cosa vuol dire rialzarsi”.

Ancora Rossi: “Non ero fermo per mancanza di occasioni, ma io mi conosco: deve scattare qualcosa a livello intuitivo perché accetti una sfida. Quando Pantaleo mi ha telefonato ieri pomeriggio ho subito dato la mia disponibilità. So che c'è grande aspettativa e mi auguro di esserne all'altezza. Sono spesso stato accostato a diverse società, ma più sui giornali che nella realtà. Io faccio l'allenatore, non posso fare promesse, non vendo niente: posso vendere solo la mia professionalità. Accetto questa sfida con grandissimo entusiasmo. Qualcosa non va benissimo se si è arrivati a cambiare allenatore a metà campionato, ma non è nel mio stile fare promesse: posso solo promettere che darò tutto me stesso per portare in alto questi colori”.

Sugli obiettivi: “Non vanno dichiarati, ma centrati. Se non c'arrivi può essere per mille motivi, ma questo non significa che la rosa possa non essere adeguata. Ho perso la Champions League per un punto e mi sono trovato in Europa League, due anni fa. Sono arrivato mezz'ora fa, ho visto solo i dirigenti e voi giornalisti. Voi mi sembra che non giocate, quindi dovete darmi tempo di vedere la squadra. Gli obiettivi li fisseremo in primavera: vorrei vincere il campionato, ma essendo quart'ultimo è difficile. Montolivo? Leggo i giornali, guardo la tv, le cose le ho sentite dire, ma io sono come San Tommaso, preferisco vederle le cose. Se valutassi in base alle dicerie non sarei onesto intellettualmente con lui. Se mi dicono che uno è un ladro, devo verificarlo di persona: non sei un ladro perché la gente lo dice. Non guarderò carta d'identità né presenze, oggi si ricomincia da zero per me, quindi chiunque sarà all'altezza giocherà”.

Sulla sua Fiorentina: “Per scelta, non guardo le partite dal vivo. Se vado a vedere le squadre in tribuna automaticamente mi accostano alle società: mi piacerebbe stare in curva, defilato, a vedere la partita di nascosto, ma so che non è possibile. Dovendo guardare le partite dalla televisione ho un giudizio falsato, quindi devo ancora valutare dal vivo i giocatori. A me interessa dare un'anima alla squadra, così riuscirò a darle anche un gioco. Se non riesco a fare questo è inutile che dica dove voglio arrivare. Il settore giovanile? Credo intimamente che non esista una grande società senza un grande settore giovanile. Vengo da lì, ho fatto tutta la trafila fino alla Champions League. Penso che il futuro sia dei giovani, e se ne lancio uno significa che ci credo, che ha delle qualità. Non valuto la carta d'identità, ripeto: i giocatori sono bravi o non bravi, non esistono altre categorie. Certe squadre sono costruite per vincere subito, ma hanno breve durata”.

Sui problemi della squadra: “Io faccio l'allenatore di calcio, non son Padre Pio. Se potessi sapere già i problemi della Fiorentina sarei Padre Pio, con tutto il rispetto”.

Redazione

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